“Il risultato è emozionante”. Il sindaco Mario Collet si dice soddisfatto dell’intervento di manutenzione straordinaria del cimitero austroungarico di Follina da poco concluso. “Volevo che le bandiere dei Paesi di origine dei Caduti issate sui pennoni fossero illuminate. E il risultato è davvero suggestivo” testimonia il primo cittadino. Martedì sera, al calare del buio, è stata fatta la prova generale. Oltre alle luci, che erano state accese attorno al monumento da alcuni giorni, ora ci sono anche le bandiere.
“Credo – afferma Collet – che meriti una visita da tutti coloro che percorreranno il Cammino Unesco. Questo sito ha una valenza storica importante. E grazie ad un finanziamento regionale, questi lavori lo hanno ulteriormente valorizzato”.
I lavori sono costati al Comune 89mila euro. Dalla Regione ne sono arrivati 62.300. L’intervento, oltre alle nuove luci, ha permesso di rifare i camminamenti con una pavimentazione in ghiaino lavato. “Anche il parcheggio esterno è stato dotato di illuminazione, che ha ridato dignità a un’area meta di cattive frequentazioni” aggiunge Collet.
Il sindaco ricorda che l’area del cimitero “un tempo era una discarica a cielo aperto, e solo grazie all’intervento dell’ex sindaco Marcello Tomasi nei primi anni Duemila è stata recuperata”.
In quest’area, nei pressi del cimitero di Follina, tra il 1917 e il 1918 venne realizzato il camposanto militare a servizio dell’ospedale militare Feldspital 1505, allestito dall’esercito austroungarico nel collegio dei salesiani. Nel cimitero del paese vennero sepolti oltre 900 militari di diverse nazionalità. Il luogo venne protetto da un muro di cinta e ad ogni sepoltura fu assegnata una lapide identificativa del caduto.
Dopo la fine della Guerra, alcune salme vennero rimpatriate. Nel 1943 il governo italiano dispose la soppressione dei piccoli cimiteri militari come questo e il trasferimento delle salme nei sacrari militari. Le operazioni di traslazione però si interruppero. Nel 1970 nuove disposizioni ministeriali imposero il trasferimento di tutti i resti mortali e la chiusura del cimitero militare. Monumento e lapidi vennero distrutti e l’area bonificata, lasciando solo il muro di cinta.
Nel 2004, dopo una segnalazione, ci furono ulteriori ricerche che, con la collaborazione degli alpini, riportarono alla luce 78 scheletri interi e un gran numero di ossa. Questi resti, raccolti in urne, vennero ricollocati nel nuovo monumento nel 2008.
(Foto: Mario Collet).
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