C’è anche un ragazzo follinese tra i sette studenti dell’Alta Scuola Politecnica che hanno realizzato un’indagine sulla diffusione della pandemia e i punti in comune tra le aree maggiormente colpite dal Covid-19 nella regione Lombardia: è il 24enne Luigi Maninchedda, ingegnere gestionale e studente del Politecnico di Milano. Assieme a lui altri 6 studenti scelti tra il politecnico di Torino (Christian Cancedda e Alessio Cappellato) e quello di Milano (Leonardo Meacci, Sofia Peracchi, Claudia Salerni e Federico Capello).
“Tra il 2020 e il 2021 ho sviluppato assieme all’Alta Scuola Politecnica e l’One Health Center of Excellence della Florida, guidato dalla professoressa e virologa Ilaria Capua, un progetto dal titolo Covid@Lombardy che aveva lo scopo di capire perché la Lombardia è stata una delle regioni più colpite durante la prima e la seconda ondata del Covid”.
Gli studenti hanno analizzato i dati liberi (ovvero quelli pubblici) sull’economia, sulla sanità, sulla popolazione, sul settore primario, sulla mobilità e sull’istruzione. Collezionare questi dati è stata la difficoltà maggiore per la realizzazione di questo progetto.
“Abbiamo cercato delle fonti che fossero fruibili a tutti, il problema è che queste sono poche e difficili da trovare. Quello che auspichiamo per il futuro è che le istituzioni si impegnino di più per raccogliere questi dati e “liberarli” agli studiosi perché ricerche come la nostra possono aiutare tutta la popolazione”.
La professoressa Capua, infatti, si è da sempre battuta per il libero accesso ai dati: nel 2006 ebbe risonanza internazionale la decisione di rendere pubblica la sequenza genica del virus dell’aviaria. Questo loro appello è stato oggetto anche di un recente articolo sull’inserto “Innovazione” del Corriere della Sera dal titolo “Liberiamo i Dati”.
Per Maninchedda non sono mancate le soddisfazioni: “È stato un progetto lungo e difficile, che ha dato degli ottimi risultati. Ora stiamo sviluppando un articolo accademico che nei prossimi mesi verrà pubblicato su ‘Scientific report’, che è una branca della rivista ‘Nature’”.
Il risultato emerso dal progetto è che tra i fattori che hanno portato la regione Lombardia a essere una zona molto colpita sono state le ore medie di lavoro per ogni cittadino, il maggior numero di studenti in strutture di formazione, la crescita dell’aspettativa di vita e la forte industrializzazione della regione.
“In questo momento ho già iniziato a lavorare come project controller all’interno di una società ingegneristica di Milano e mi occupo del controllo degli impianti. Il mio obiettivo è quello di crescere all’interno di questo ambito e di occuparmi della realizzazione e gestione di questi impianti nel settore dell’energia. Vedremo cosa il futuro mi riserverà”.
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