“Ce lo aspettavamo, l’Unesco ha stoppato la candidatura delle colline del prosecco a Patrimonio dell’Umanità”: così dichiarano Michele Boato, direttore dell’Ecoistituto del Veneto Alex Langer, ed il vice presidente Giancarlo Gazzola, insieme a Toio de Savorgnani (nella foto) di Mountain Wilderness Italia.
Nel documento che spiega le incertezze sulla candidatura delle colline di Conegliano e Valdobbiadene a Patrimonio dell’Umanità, per gli ambientalisti in questione il dato più significativo, anche se non esplicito, è che “l’Unesco riconosce che nelle colline del Prosecco viene usata troppa chimica, ma anche che, nella richiesta di riconoscimento, l’aspetto culturale è messo in ombra da quello economico, che è troppo prevalente, anzi, la fa da padrone”.
“L’Unesco non è un’agenzia turistica – proseguno i tre – né un organizzazione economica, quindi non può avvallare un riconoscimento solo per fare una pubblicità planetaria ad attività commerciali”.
La situazione sarebbe difficile non solo perché insieme ai vigneti crescono anche i gruppi cittadini spaventati per l’utilizzo di fitofarmaci, ma anche perché, sempre secondo gli ambientalisti, il mancato riconoscimento sarebbe un danno per un tipo di agricoltura che in qualche modo ha attutito i contraccolpi della crisi economica.
Questo però non sarebbe sufficiente: al centro ci dovrebbe essere la salute pubblica e ambientale: “Finito o quasi il periodo dei disastri provocati dall’industria, con strascichi che dureranno a lungo, come la Miteni con i Pfas o la Carnielli di Vittorio Veneto con il cromo nelle falde (uno dei casi più gravi non solo in Veneto ma di tutto il Nord Italia), ora sta incominciano la stessa musica con l’agricoltura? Non crediamo che questo sia possibile, i tempi sono cambiati, la consapevolezza della gente è cambiata”, continuano gli ambientalisti, i quali auspicano che siano proprio le organizzazioni dei coltivatori a prendere posizione e trovare una via d’uscita ecosostenibile.
La conversione al biologico potrebbe rappresentare l’alternativa, altrimenti “quando la bolla del prosecco si sgonfierà, in molti già la preannunciano, lascerà dietro di sé danni ingentissimi”.
Intanto qualcosa si potrebbe fare da subito, prima del definitivo verdetto dell’Unesco auspicato per giugno/luglio di quest’anno: “Perché la Regione non fa propria la proposta delle associazioni ambientaliste, fatta già nel 2011, di chiedere il riconoscimento del Cansiglio quale Riserva della Biosfera Unesco? Questo è già avvenuto da anni per le risorgive della Livenza, se si arrivasse ad avere anche quelli del Cansiglio e delle colline, avremmo una vasta area riconosciuta, con potenzialità notevoli, non molto lontana dai siti delle Dolomiti da una parte e della laguna con Venezia dall’altra. Quasi un unico, grande comprensorio Unesco dal mare fino alle montagne, con grandi potenzialità: una bella sfida per il futuro”, concludono Boato, Gazzola e de Savorgnani.
(Fonte: Francesca Rusalen © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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