Questa mattina la 29esima edizione del Cansiglio Day e la giornata dei Veneti nel mondo. Zaia: “Oggi la piana torna ad essere il centro del globo”

“Oggi la Piana del Cansiglio torna a essere il centro del mondo. Del mondo della nostra emigrazione. Del mondo in senso geografico, dove l’emigrazione veneta ha portato i migliori valori della nostra terra: onestà, laboriosità, spirito di sacrificio, inventiva, diventando anno dopo anno, decennio dopo decennio, un punto di riferimento per i contesti sociali nei quali ogni veneto emigrato si è inserito con rispetto e senso civico. Nessuno di loro è andato a delinquere e a riempire le carceri”.

Sono state queste le parole del governatore del Veneto Luca Zaia che nella mattinata di oggi, sabato 30 luglio, ha partecipato sulla Piana del Cansiglio, alla ventinovesima edizione del “Cansiglio Day” che, per decisione formale della Regione, dal 2018 è anche la “Giornata dei Veneti nel Mondo”.

Il presidente ha ringraziato tutti gli organizzatori per la loro “formidabile capacità di aggregazione” e ha ricordato “L’infaticabile, straordinario, impegno di Don Canuto Toso che fondò la Trevisani nel Mondo, organizzatrice storica della kermesse, nel lontano 1973”.

La grande emigrazione ebbe inizio nel 1876 e vide intere famiglie lasciare il Veneto, portando allo spopolamento di paesi e contrade. Contadini e braccianti si imbarcarono verso i Paesi dell’America Latina per scappare dalla povertà e dagli effetti della grande crisi agraria, incentivati dai governi dei Paesi di destinazione. 

In Brasile, con l’abolizione della schiavitù avvenuta nel 1889, i grandi proprietari terrieri delle piantagioni di caffè dello stato di San Paolo cercavano nuova manodopera all’estero: la maggior parte degli emigranti divennero contadini nelle fattorie e nelle piantagioni di caffè. 

Nel sud del Paese i nuovi arrivati fondarono Nuova Venezia, Bella Vista, Curitiba, ancora oggi cittadine dove si parla in italiano. In città come San Paolo in Brasile o Buenos Aires c’è ancora oggi una forte impronta italiano/veneta.

L’esodo interessò in particolare il Nord Italia, dove tre regioni fornirono da sole il 47% dell’intero continente migratorio: in primis il Veneto (17,9%) seguito poi dal Friuli Venezia Giulia (16,1%) e dal Piemonte (13,5%).

Con 3.190.000 di emigrati tra il 1866 e il 1990, il Veneto detiene il primato tra le regioni per flussi migratori.

“Oggi, ha aggiunto il presidente – è il giorno della festa, dell’orgoglio, della gratitudine, nel quale riabbracciamo gli emigrati veneti di oramai svariate generazioni e rinnoviamo loro il grazie di tutto il Veneto per essere stati ed essere tutt’oggi uno dei migliori nostri biglietti da visita. Oggi è anche un momento di riflessione perché siamo di fronte a una nuova emigrazione di giovani che scelgono di andare all’estero per fare esperienze di alto livello professionale. C’è chi parte per scelta e chi per necessità: a questi ultimi dobbiamo riservare le attenzioni necessarie”.

Presenti alla cerimonia di oggi, oltre a Zaia, al sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto Mario Conte e alla vicepresidente della Provincia Martina Bertelle, anche diversi sindaci del territorio. “Un sentito ringraziamento va a tutte quelle persone che hanno dato e danno ancora sostegno e garantito vicinanza ai tanti trevigiani emigrati, custodi di valori unici quali famiglia, fede e lavoro – ha commentato Conte – Viva Treviso, viva i trevisani e la trevigianità”.

(Foto: Regione del Veneto).
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