Salviamo le volpi del Cansiglio dalla rogna. E’ l’appello che lancia Giuseppe Zoppè, appassionato gestore della pagina Facebook “Fototrappolaggio Treviso”, sulla quale pubblica i contenuti ripresi con i dispositivi che ama disseminare nei boschi dell’Alta Marca.
A lui si deve, ad esempio, la scoperta di Bianchina, il capriolo albino che vive tra i colli coneglianesi e che ha saputo conquistare l’affetto di tante persone.
La segnalazione questa volta, però, riguarda un problema molto più serio. “Sono mesi ormai che le mie fototrappole riprendono in Cansiglio esemplari di volpe malati di rogna (nelle foto e nel video) – denuncia Zoppè – Circa un mese fa ho anche trovato una volpe che presumo avesse il cimurro, una malattia molto contagiosa e pericolosa se non viene curata”.
La rogna è una patologia infiammatoria che colpisce la pelle degli animali ed è provocata da parassiti della famiglia degli acari. Causa perdita del pelo, prurito, infiammazione cutanea e indebolisce progressivamente l’animale fino a a provocarne la morte. L’animale debilitato, inoltre, è a rischio anche per quanto riguarda le altre malattie, a causa del sistema immunitario stressato dalla rogna.
“Nella zona vicina al Bus de la Lum quasi sei-sette volpi su dieci sono ammalate – riporta Giuseppe Zoppè – Sull’altro versante, quello verso il Pizzoc, per ora non ho trovato esemplari ammalati. Ho provato a contattare diverse autorità, dalla Polizia provinciale ai Carabinieri forestali, ma nessuno è ancora intervenuto. Nel frattempo la malattia si diffonde e si avvicina il periodo nel quale nascono i cuccioli, con il rischio che contraggano la malattia dagli adulti”.
La soluzione quale può essere? “Sono del parere che servano dei piani di selezione e abbattimento che contengano il dilagare della rogna, ma servirebbe prima di tutto l’intervento delle istituzioni e di esperti che si occupino del problema per individuare la soluzione migliore – afferma Zoppè – Alcuni animalisti hanno provato a lasciare nella zona dei bocconi riempiti di medicinali, ma, oltre a trattarsi di un metodo molto costoso, la maggior parte sono stati mangiati dai corvi e dalle poiane. Più in generale, servirebbe un controllo maggiore su tutto il Cansiglio, sia per quanto riguarda la proliferazione degli altri animali, come cervi e cinghiali, che nei confronti di chi frequenta la foresta. Ogni volta che ci vado, torno a casa con due sacchetti pieni dei rifiuti che raccolgo sparsi in tutto il bosco”.
(Fonte: Edoardo Munari © Qdpnews.it).
(Foto: Giuseppe Zoppè – Fototrappolaggio Treviso).
#Qdpnews.it