Alluvione in Emilia Romagna, la storia del 16enne Thomas: da Campomolino a Faenza per dare un aiuto concreto. “Esperienza che ti tocca nel profondo”

“Volevo dare un aiuto concreto”. Inizia così il racconto dell’esperienza del giovane gaiarinese di Campomolino Thomas Furlan, che la scorsa settimana ha aiutato la popolazione emiliana martoriata dall’alluvione spalando acqua, fango e detriti a Faenza, uno tra i punti più devastati dalla calamità.

Thomas, 16enne e studente del terzo anno dell’Istituto Cerletti indirizzo forestale, non ci ha pensato due volte e fin da subito ha voluto dare il suo contributo in favore dei territori colpiti dall’alluvione.

“Da quattro anni – afferma – faccio parte dell’associazione di volontariato Operazione Matogrosso e ho detto ai miei genitori che volevo andare ad aiutare la popolazione emiliana. Mio padre mi ha detto che non sarebbe stato semplice ma io volevo dare il mio aiuto e quindi sabato scorso, assieme a quattro miei amici, siamo partiti da Treviso alle 5 del mattino arrivando a Faenza da una mia amica e, indossando un paio di stivali e guanti, ci siamo messi subito al lavoro“.

Thomas ha subito toccato con mano la drammatica situazione: “Quando sono arrivato a Faenza vedevo l’acqua arrivata a 8 metri di altezza – spiega -. Cantine allagate e infangate e gente che, seppur disperata, riusciva a mantenere il sorriso”.

“Appena entrati nei garage di alcune abitazioni – prosegue il giovane – abbiamo visto un vero e proprio disastro, con tanto di muri sfondati. Abbiamo preso una carriola iniziando a portare acqua, fango e detriti all’esterno: è stato surreale vedere i cumuli di materiale fuori dalle strade. Inoltre abbiamo aiutato i condòmini a sistemare una motopompa per tirare fuori il fango dalle case”.

“Una cosa che mi ha fatto piacere è stato vedere i giovani con delle vanghe che avevano voglia di fare. Mi ha scaldato il cuore” spiega Thomas.

“Sono stato lì qualche giorno, ho visto la disperazione della gente ma allo stesso tempo la loro grinta – conclude -. È stata un’esperienza di quelle che ti toccano nel profondo, sono tornato a casa stanco ma contento. Se posso descriverla in poche parole: fatica, dolore, solidarietà e gioia”.

(Foto: per gentile concessione di Thomas Furlan).
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