A conclusione delle indagini preliminari del procedimento penale per il reato di omicidio stradale per la morte, ad appena 48 anni, della conosciutissima e compianta imprenditrice di Maron di Brugnera Federica Scottà (in foto), il Pubblico Ministero della Procura di Treviso Giovanni Valmassoi ha chiesto il rinvio a giudizio per l’automobilista che avrebbe causato il terribile frontale, e che è stata fin da subito indagata: si tratta della oggi venticinquenne E. T., di Silea.
Riscontrando la richiesta, il Gup Cristian Vettoruzzo ha fissato per il 28 marzo 2023, in Tribunale a Treviso, l’udienza preliminare di un processo nel quale i congiunti della vittima saranno assistiti da Studio 3A e dall’avvocato Andrea Piccoli del Foro di Treviso.
Il sinistro si verificò l’8 agosto 2021 in via per Brugnera, nei pressi dell’incrocio con via Maschio e del distributore di carburante Energyca, a Francenigo di Gaiarine, dove Scottà aveva anche la sua attività, la Clever Due, rinomata azienda che da oltre trent’anni realizza, produce e distribuisce in tutto il mondo complementi d’arredo e oggetti sagomati in poliuretano e altri materiali. Quel giorno l’imprenditrice era stata al mare, a Lignano, per festeggiare il compleanno della nipote con tutti i parenti, aveva riaccompagnato a casa la mamma a Francenigo e stava rientrando a Maron di Brugnera al termine di una giornata di festa finita invece in tragedia.
All’improvviso la quarantottenne, che si trovava alla guida della sua Kia Sportage, si è trovata davanti la Volskwagen Tiguan condotta da E. T., alla quale il Sostituto Procuratore contesta “colpa generica e specifica, in particolare in violazione degli art. 141 e 142 del Codice della Strada” per citare la richiesta di rinvio a giudizio.
Come sostenuto dalla perizia cinematica disposta dalla Procura per ricostruire la dinamica, le cause e tutte le responsabilità del sinistro, e affidata all’ingegner Enrico Bellomo, la venticinquenne, che procedeva nella direzione opposta rispetto alla vittima, ossia da Brugnera verso il centro di Francenigo, “a causa dell’elevata velocità di marcia non commisurata allo stato dei luoghi e alle condizioni del tratto stradale”, stimata in almeno 87 km/h dal consulente tecnico, contro il limite vigente di 50 km/h, durante una doppia curva (la prima a sinistra) ad ampio raggio di curvatura, “allargava la propria traiettoria sul lato destro fino a percorrere con le ruote destre della propria auto oltre 32 metri sulla banchina erbosa, per poi rientrare repentinamente e trasversalmente in carreggiata, invadendo la corsia opposta e costituendo quindi un ostacolo invalicabile ed inevitabile per l’autovettura condotta da Federica Scottà”. Quest’ultima “non ebbe il tempo psicotecnico per effettuare alcuna manovra di emergenza atta a evitare l’impatto stante la repentinità dell’invasione di corsia della sopraggiungente Tiguan” conclude l’ing. Bellomo nella sua perizia, ascrivendo quindi l’accaduto unicamente alla “imprudente e avventata condotta di guida” della 25enne.
Alle operazioni peritali ha partecipato e dato il suo contribuito anche l’ing. Alberto Conte, quale consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio 3A – Valore S.p.A., società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.
Scottà, a causa dei gravissimi politraumi riportati nello schianto, morì praticamente sul colpo. L’altra conducente e il compagno trasportato nel Suv se la cavarono invece con una prognosi, rispettivamente, di venti e cinque giorni.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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