Una chiesa gremita di gente per il funerale di Marco Da Re, celebrato nel pomeriggio di ieri venerdì 19 agosto nella parrocchiale di San Marco Evangelista a Stevenà di Caneva. Ad accogliere la bara in legno chiaro parenti e amici del 19enne che ha perso la vita insieme a Daniele De Re, Xiuliano Kellici e Daniele Ortolan. I quattro ragazzi stavano percorrendo via Cordignano a Godega di Sant’Urbano nella notte tra sabato e domenica scorsi quando l’automobile sulla quale viaggiavano, una Volkswagen Polo, per cause in corso di accertamento, è finita fuori strada, ribaltandosi in un fossato.
Tante lacrime hanno accompagnato il rito celebrato dal parroco don Alberto Botteon, che ha ricordato quanto sia tragico perdere delle vite così giovani durante una serata che doveva essere all’insegna della spensieratezza, e quante opportunità ancora avevano davanti i quattro ragazzi.
“Ci sono molte domande difficili alle quali tutte le persone presenti vorrebbero avere risposta – così, nella sua omelia, ha parlato don Botteon -. Una riguarda la dinamica dell’incidente che li ha uccisi; le cause, se possono essere determinate, e le responsabilità dirette o indirette, se esistono. Ma la cosa certa è che, se anche fosse data una risposta esauriente, risolverebbero solo il mistero legato alla tragedia. Non si può, infatti, tornare indietro e cambiare la dinamica degli eventi. Oggi siamo in questa chiesa, dove Marco era stato battezzato, e posso solo immaginare quanto sia difficile, per chi gli voleva bene, accettare un lutto così grande e andare avanti. Ci siamo accorti, in seguito a questa disgrazia, ancora una volta, quanto sia fragile la nostra vita, un cristallo meraviglioso: basta un momento di distrazione per interrompere un’esistenza di sogni e ambizioni”.
“L’unica certezza è che, qualsiasi sia stata la strada, lunga o breve, Dio accoglie tutti a braccia aperte – ha continuato il parroco – . I nostri comportamenti possono costruire o distruggere il presente e il futuro, l’esistenza, perciò, va vissuta intensamente, ma con coscienza e attenzione, senza inseguire la cultura dello sballo. Questa tragedia può essere un monito, e la speranza di tutti noi è che i nostri fratelli coinvolti diventino ora degli “amici custodi” che ci aiuteranno a realizzare i nostri sogni. La partita della vita è un gioco di squadra; i sogni, nel bene e nel male, bisogna coltivarli e vanno custoditi con responsabilità, prendendoci cura l’uno degli altri. Che questa sia la vostra forza”.
Cosi ha concluso il prete, poco prima della fine della messa, quando la bara è stata condotta all’esterno della chiesa. Il corpo di Marco sarà cremato, come da volontà della madre Lorenza e dei fratelli Samuele e Damiano, che a distanza di due anni, dopo la scomparsa del padre, devono affrontare un ulteriore, inspiegabile lutto.
Oggi sabato 20 agosto, a partire dalle ore 20.30, una Commemorazione per la scomparsa dei quattro giovani si svolgerà nell’area verde delle scuole medie di Cordignano. La veglia era saltata nei giorni scorsi a causa dell’allerta maltempo che aveva interessato la Marca.
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