In epoca Covid anche un’azione ordinaria diventa straordinaria e la somministrazione di un vaccino fa notizia, in modo particolare quella al presidente di una Regione che, come nel caso di Luca Zaia, da più di un anno cerca di coordinare la macchina amministrativa del Veneto per affrontare adeguatamente l’emergenza Coronavirus.
C’è chi ha scelto di farsi il vaccino subito, come il governatore della Campania Vincenzo De Luca, per invitare i cittadini della sua Regione a seguire il suo esempio, e chi, come il presidente Zaia, ha aspettato il suo turno e oggi ha avuto la prima dose di vaccino Pfizer al punto vaccinale di Godega di Sant’Urbano.
Ecco che il governatore oggi si ritrova, in quello che potremmo definire un “elogio della normalità”, a fare la fila come tutti gli altri e ad attendere i canonici 15 minuti dopo la somministrazione del vaccino per avere la sicurezza di poter tornare a casa senza il timore di una reazione avversa.
Il momento dell’anamnesi è stato affidato al direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, uno dei principali collaboratori di Zaia in più di un anno di incontri, riunioni d’urgenza e momenti di confronto, insieme ai direttori generali delle altre Ulss del Veneto, per trovare la strategia più opportuna per garantire il servizio migliore ai veneti.
“Devo fare i complimenti per la velocità – ha commentato Zaia fuori dal punto vaccinale di Godega di Sant’Urbano – Eravamo in tanti ma comunque l’attesa si smaltisce nel giro di pochi minuti. La macchina vaccinale del Veneto funziona: penso che i veneti abbiano apprezzato questo programma che ho voluto mettere in piedi. Sono 60 centri vaccinali, eroghiamo mediamente 40 mila dosi al giorno, considerate che abbiamo un potenziale di 100 mila e la fornitura settimanale oggi è di 200 mila”.
“Quando arriveranno più vaccini noi siamo pronti – continua – Da lunedì apriamo ai quarantenni (40-49 anni) anche perché oggettivamente ormai cominciamo ad avere qualche buco in agenda sui 50-59; però vedo che comunque la risposta c’è. Oggi abbiamo superato il 98% per gli over 80, oltre il 75% per gli ultrasettantenni e penso che anche i cinquantenni chiuderanno oltre il 65%”.
Il presidente ha spiegato che, come tutti i veneti, ha aspettato il suo turno, si è prenotato con il telefonino e ha imprecato, come hanno fatto in molti, per il blocco del sito.
Successivamente, quando qualche amico gli ha scritto di essersi prenotato, è riuscito anche lui ad effettuare la prenotazione.
“Avevo ragione io alla fine – ha aggiunto il governatore del Veneto – perché le categorie vaccinali sono fondamentali – Sono scomparsi gli over 80 dai ricoveri e così per gli ultrasettantenni. È fondamentale prima mettere in sicurezza quelli più a rischio, assieme ai fragili, ai vulnerabili e agli oncologici ed è esattamente quello che il Veneto ha deciso di fare. Io ho proibito a chiunque dei miei di andare a vaccinarsi se non con la chiamata ufficiale”.
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