Momenti di autentica commozione ieri pomeriggio, sabato 25 marzo, alla cerimonia di intitolazione a suor Maria De Coppi di un nuovo vicolo e ponte ciclopedonale a Ramera, la comunità marenese che l’ha vista crescere e con la quale ha sempre intessuto profondi rapporti di amicizia e collaborazione.
La cittadinanza si è voluta unire nell’evento in memoria di suor De Coppi a pochi mesi dalla tragica uccisione, avvenuta a Chipene, in Mozambico, il 6 settembre 2022, dopo quasi 62 anni di missione: presenti i familiari della missionaria scomparsa, varie autorità civili e religiose e diversi rappresentanti delle Forze dell’ordine.
L’Amministrazione comunale ha voluto tributare alla religiosa il proprio riconoscimento con l’intitolazione di una laterale di via Einaudi, area di recente acquisizione del Comune, interessata di recente da alcuni lavori di riqualificazione dei sottoservizi, della pavimentazione e dell’illuminazione. È stato compreso nella dedicazione il nuovo ponte ciclopedonale – ancora chiuso -, che si unisce al vicolo e ai percorsi di pista ciclabile esistenti nel territorio marenese e in quello dei comuni vicini.
Il sindaco di Mareno di Piave Gianpietro Cattai ha illustrato il percorso biografico della missionaria: “Suor Maria ha donato la vita agli altri, agli indifesi, a chi vive una situazione di difficoltà estrema – ha affermato -. Ha vissuto la sua missione in Mozambico integrandosi e vivendo con intensità le gioie e i dolori di questo popolo africano, mantenendo sempre i contatti con la sua comunità di Ramera”.
“Come Amministrazione comunale – ha proseguito Cattai – fortemente colpiti dalla straordinaria esperienza di vita di questa nostra concittadina, abbiamo voluto intraprendere l’iniziativa al fine di intitolare a suo nome questo àmbito di nuova acquisizione al patrimonio comunale. Ci fa particolarmente piacere essere qui oggi a celebrare ufficialmente questa intitolazione, giunti in così poco tempo grazie alla condivisione del percorso amministrativo da parte del prefetto e del viceprefetto di Treviso, che hanno concesso la deroga alla procedura ordinaria, la quale prevede di attendere un tempo di almeno dieci anni prima di dedicare un bene pubblico ad una persona deceduta”.
“Abbiamo inteso così – ha concluso il sindaco – dare il nostro contributo affinché il ricordo dell’impegno di vita di suor Maria possa rimanere sempre vivo e di esempio per tutti. A noi spetta il compito di fare tesoro di questa sua testimonianza”. Al suo fianco, Fiorenzo Fantinel, sindaco di Santa Lucia di Piave, paese natale di suor De Coppi.
Ha benedetto il nuovo vicolo il vescovo di Vittorio Veneto monsignor Corrado Pizziolo, che ha ringraziato per la sensibilità del gesto dell’intitolazione a suor Maria, “perché legata a questa terra, ma anche per le sue virtù cristiane e civiche dimostrate in vita”: “La sua figura ha dato onore all’Italia – ha detto – e ha saputo irradiare il luogo dove ha vissuto per 62 anni con le migliori virtù: l’umanità, la vicinanza, la solidarietà hanno saputo attirare l’amore e l’affetto di tutte le persone che l’hanno conosciuta”. Insieme al presule vittoriese, hanno partecipato alla cerimonia don Adriano Zanette, parroco di Ramera, don Mario Fabbro, parroco di Mareno di Piave, e don Valter Gatti, parroco di Bocca di Strada.
Nel suo intervento, il viceprefetto Antonello Roccoberton ha sottolineato che “la richiesta di derogare rispetto ai tempi ordinari per intitolare questa via è stata accolta dal prefetto Angelo Sidoti e dai nostri uffici per la vita esemplare di suor Maria” e ha espresso il proprio plauso “per la lodevole iniziativa per commemorare il suo esempio di bontà e altruismo”.
Parole toccanti sono state pronunciate dal missionario friulano don Lorenzo Barro, sopravvissuto all’attentato in cui morì suor Maria, che “aveva sempre mantenuto nel cuore le radici della sua terra”: “La dedicazione della via – ha commentato – è un modo che abbiamo di marcare indelebilmente persone che vogliamo appartengano alla nostra identità: suor Maria ci insegna che la vita si vive donandola agli altri, in uno stile di servizio, che lei aveva imparato dalla fede”.
“Il suo è un esempio importante e urgente nel nostro tempo, in cui la società va in una direzione di frantumazione, di isolamento delle persone e di rivendicazioni sempre più particolaristiche – ha concluso don Barro -: mi auguro che la testimonianza di suor Maria sia uno stimolo a ripensarci come comunità viva, che si spende per gli altri, anche facendo dei sacrifici”.
L’evento pubblico si è concluso con un omaggio musicale di una giovane violinista.
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