La comunità diocesana unita nel lutto, in una coralità di affetto e preghiera nella messa di suffragio per suor Maria De Coppi, nella serata di ieri, venerdì 9 settembre, nella chiesa parrocchiale di Ramera.
La missionaria – nata a Santa Lucia di Piave e trasferitasi poi nella frazione di Mareno di Piave – è stata uccisa nella notte tra il 6 e il 7 settembre in Mozambico (qui l’articolo), dove operava da 59 anni a favore dei più bisognosi (qui il suo ritratto) e dove proprio ieri mattina si sono svolti i funerali.
Tante persone hanno voluto partecipare alla cerimonia religiosa in suo ricordo, insieme ai rappresentanti delle istituzioni: erano presenti con fascia tricolore i sindaci di Mareno di Piave, Gianpietro Cattai, e di Santa Lucia, Fiorenzo Fantinel, che proprio per la giornata di ieri avevano proclamato il lutto cittadino (qui l’articolo).
“Una martire, una testimone fino al sangue”: così il vescovo monsignor Corrado Pizziolo ha descritto suor De Coppi, “chiedendo al Signore che il sangue dei martiri continui ad essere seme di nuovi cristiani, ma anche seme di nuovo slancio nel vivere il Vangelo”.
Traendo spunto dalla Parola del giorno, monsignor Pizziolo ha sottolineato che “l’annuncio del Vangelo era per suor Maria una necessità che nasceva da una relazione con il Signore, che lei aveva incontrato da giovane e mai aveva interrotto. Per ben 59 anni ha annunciato il Vangelo, senza stancarsi, senza risparmiarsi”.
“‘Qui scappano tutti ma io resto ancora’, così avrebbe detto al telefono proprio prima di venire uccisa – ha ricordato Pizziolo -. Gesti di bontà forse siamo capaci di farli tutti, ma perseverare in questi gesti anche quando questo diventa pericoloso, addirittura quando mette in gioco la vita stessa, è una scelta non facile, che richiede una convinzione profonda, soprattutto una fede profonda cioè la fiducia nella promessa del Signore”.
“‘Chi perde la vita per me e per il Vangelo la salverà’ – ha concluso il vescovo -. È senz’altro questa la convinzione che ha animato il cuore e la vita di suor Maria, infondendo in lei un coraggio e una forza d’animo davvero straordinari”.
Il presule vittoriese ha ringraziato la famiglia De Coppi, “solida umanamente e spiritualmente”, su cui si è fondata “la statura spirituale di suor Maria”, oltre che la parrocchia di Ramera, “a cui è sempre stata legata e affezionata”, e l’Istituto missionario delle Comboniane, “dove ha realizzato la sua vocazione”.
Alla fine del rito religioso è intervenuta una comboniana, missionaria in Mozambico, che ha ricordato come suor Maria le fosse stata vicina in momenti molto difficili per le vicende del Paese africano: in particolare, la religiosa scomparsa era stata di grande supporto e aiuto in occasione di un attentato a danno della religiosa intervenuta e di un rapimento di altre sorelle.
Un’altra missionaria del Mozambico ha messo in luce la “grande capacità di accoglienza” di suor Maria e il suo amore verso la terra, che seminava e curava con le ragazze del convitto dove operava: “Si è identificata con la terra di Chipene – ha concluso – tanto che il Signore l’ha fatta martire della Laudato Si’”, proprio come l’aveva descritta la nipote, suor Gabriella Bottani.
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