Era nato il 26 luglio del 1928 a Coste di Maser, in un tempo in cui occuparsi dei maiali era un po’ come fare i banchieri: di denaro non ce n’era e le uniche ricchezze delle famiglie stavano nella terra, che non sempre – come oggi – dava i frutti sperati, e negli animali da cortile. Il giovane Iginio, della famiglia Bittante, crebbe con questa consapevolezza e il suo carattere venne plasmato anche da quei tempi duri, ma gloriosi per un abile norcino come diventò lui nel tempo.


Nei primi anni, Iginio ebbe l’opportunità di affiancare un altro norcino di Coste, apprendendo segreti risalenti agli ultimi decenni dell’Ottocento. Col tempo divenne autonomo e si mise in proprio, fondando un’azienda agricola nel 1980. L’attività di “norcino a domicilio”, come diremmo noi oggi, lo rese piuttosto popolare in paese, ma coltivava anche un orto e aveva una grande passione per le ciliegie. Col tempo acquistò i propri attrezzi, di cui fu geloso per sempre, anche dopo aver smesso di lavorare, a 75 anni.
“Era estremamente preciso nel proprio mestiere – ricordano i figli, – Si adattava anche alle idee degli altri, ma poi l’ultima decisione la prendeva sempre lui. Voleva che tutto fosse in ordine e che tutto si facesse secondo la tradizione, ma al contempo era un uomo buono e tollerante. Ci ha mandati tutti, figli e nipoti, a prendere le martondelle” (qui l’approfondimento su questa tradizione).


Fu nel 1951, a ventitré anni, che Iginio si innamorò di una giovane di nome Marialuisa, che passava ogni giorno davanti a casa sua per andare a lavoro: scoprì che abitava cento metri più a monte, così cominciò ad andare a trovarla. Dopo sette anni, nel 1957, i due si sposarono e vissero assieme per molti anni. Ebbero quattro figli, tutti maschi: Valter, Orazio, Antonio e Marco. Più tardi Marialuisa si ammalò gravemente e nel 2016 venne a mancare. Iginio, che a lungo si prese cura di lei, continuò a essere un riferimento per la propria famiglia, trascorrendo le sue giornate a dare consigli ai già esperti norcini.
“È sempre stato molto religioso. Era sempre seduto al primo banco in chiesa e cantava. Dopo che è mancata la nonna guardava soltanto le messe alla televisione, tanto che non gli è mai servito il telecomando – racconta Denis, un nipote che gli era affezionatissimo, e che oggi ha grazie anche a lui una Ppl, l’azienda agricola “Dai Tober”. – Era anche un alpino, tesserato anno dopo anno e un volontario sempre disponibile in paese”. Al di là del suo lavoro, infatti, Iginio Bittante dedicò gran parte del suo tempo libero al Comitato Festeggiamenti di Coste, organizzando il filò e il tradizionale “Tajar e batar” negli anni 90’.
L’ultimo anno e mezzo Iginio è stato ospite della casa di riposo Padre Pio a Tarzo. I suoi funerali sono previsti mercoledì prossimo alle 15 a Coste di Maser, mentre il rosario in suo onore sarà martedì alle 19.30. I figli e i nipoti lo ricordano con grande nostalgia, anche se per fortuna Iginio è stato uno di quei rari maestri contadini in grado di trasmettere in tempo molti dei suoi segreti e dei suoi insegnamenti alle nuove generazioni.
(Fonte foto: per gentile concessione della Famiglia Bittante)
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