Edoardo, 17enne di Crespignaga, torna da una rara opportunità di tirocinio al CERN di Ginevra: “Quel tipo di fisica a scuola non c’è”

Quest’anno, come i precedenti, è stato presentato un modulo che consentiva ai ragazzi delle superiori di fare un’esperienza al CERN (l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare) di Ginevra: le indicazioni erano quelle di compilarlo con i propri dati personali, una video presentazione in inglese e una descrizione della motivazione che spinge il candidato a iscriversi.

Si tratta di un’esperienza molto ambita e sono pochi gli studenti che riescono ad accedervi: quest’anno, un ragazzo di Maser, o per essere precisi, di Crespignaga, ci è riuscito. 

Edoardo De Piccoli, che ha appena finito la quarta superiore al Liceo Scientifico Brocchi di Bassano (indirizzo Scienze Applicate) non è quello che si definirebbe “un secchione” ma l’intensità di questa breve esperienza – a detta sua – è riuscita a entusiasmarlo e a dargli degli obiettivi. In classe, di 24 ragazzi della sua età, era l’unico di questo turno a rappresentare il Veneto. 

Partito per la Svizzera il 22 maggio, in treno, è tornato qualche giorno fa, con nuove consapevolezze: “All’inizio ero disorientato, come gli altri non conoscevo nessuno. Poco dopo ho capito che il CERN è un ambiente incredibilmente accogliente, immensamente ricco di culture, dove tutti sono disponibili a spiegarti quello che stanno facendo, in modo chiaro e semplice – spiega Edoardo, – Certo, anche i turisti possono entrarci, ma noi abbiamo avuto la fortuna immensa di poter entrare nei laboratori e negli ambienti protetti”.

Edoardo è stato assegnato alla divisione dedicata ai data center, ovvero i server e la sezione informatica: “Ci hanno divisi in coppie e affiancato a dei gruppi di ricerca, con dei supervisori dedicati. Il mio si chiamava Giuseppe Lo Presti ed è uno dei maggiori esperti di data center. Quello che mi ha colpito di più è che la fisica che si studia lì è del tutto diversa da quella che si studia a scuola: la fisica delle particelle viene studiata per poi applicarla anche in ambito medico. Usano tecnologie all’avanguardia e sensori al limite della fantascienza”

Chiediamo a Edoardo se, nella sua breve esperienza, ha notato differenze nell’approccio alla didattica: “In quest’esperienza, ho notato che il modo di spiegare le cose può risultare molto più interessante se gli insegnanti cercano di valorizzare ogni studente sulla base di quello che sa fare. Per esempio, ero in gruppo con un ragazzo bravo in matematica, io ero bravo in informatica così ci hanno affiancato per lavorare in sinergia. Forse per questo l’esperienza è stata per me così speciale”.

Edoardo, che suona il piano, va in skate e si destreggia con la videocamera, dice di avere un’idea piuttosto precisa di quello che andrà a fare al termine di quest’anno scolastico: “Pensavo di fare ingegneria informatica a Padova. Vorrei basare la mia carriera su questo settore e mettere in pratica le conoscenze che ho già”.

(Foto: Edoardo De Piccoli).
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