La volontà di Luigi Bordin, settantunenne residente a Coste di Maser, era quella di avere un funerale senza etichette: senza uomini in cravatta e donne in abito nero, bensì in jeans e felpa sportiva come in una riunione tra compagni prima o dopo una partita di calcio. La chiesa di Coste, questo pomeriggio, giovedì, alle 15.00, era gremita proprio di quelli che sono stati e saranno sempre i suoi amici, ma anche degli allievi che ha allenato in tanti anni di calcio, prima o dopo aver fondato l’Union Maser.
“Spesso diceva che i ragazzi ai quali aveva brontolato di più erano diventati i più affiatati – è stato detto durante l’omelia – Per lui, essere allenatore di calcio significava fare ai ragazzi scuola di vita: prendeva quest’impegno con serietà, tanto che qualcuno scherzando diceva che il suo funerale si sarebbe potuto svolgere in un campo da calcio”. La bara è arrivata con un carro funebre d’epoca davanti al piazzale della chiesa di Coste: al suo interno Luigi riposava su un cuscino di fiori che, nella loro composizione, riproducevano proprio un campo da calcio.
Luigi, detto “Pipa”, che per tanti anni aveva fatto il carrozziere, oltre al calcio apprezzava gli ulivi, che curava con ostinazione. Nell’ultimo periodo aveva scoperto all’improvviso una grave malattia che aveva portato il suo corpo a un decadimento rapido e inarrestabile: “Ha mostrato di comprendere questo momento, con un tocco di delicatezza verso la sua famiglia anche dietro a un’apparente scorza di severità”. A ricordarlo, assieme alle sorelle Erminia, Maria, Gianna, i cognati Bruno e Ivan, i nipoti Moreno, Livio, Emanuela e Giuseppe, Serena, Angela, c’erano anche tantissimi compaesani.
Il signor Bordin, scomparso lo scorso lunedì, ha donato le cornee e la famiglia ha voluto che le offerte durante i funerali fossero devolute alle associazioni come IOV e SIAD. Sempre durante l’omelia è stato ricordato come lo stare in compagnia tra amici fosse importante per lui: non a caso nella sua abitazione un cartello ricordava “Depositare qui i cellulari”.
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