Rino afferra la zampa della vacca, la appoggia alla corda e comincia a tagliare l’unghia. Sua sorella minore Pia, nel frattempo, tiene la bestia per la “moreia” controllando che non si dimeni. Lavorano in un’officina che la famiglia Carraro chiama “a botèga”, che si trova nei pressi della chiesa di Crespignaga, e il paese è completamente diverso da come sarà in futuro, nel 2021, quando proprio Rino compirà 101 anni, ospite della Casa di riposo Al Fagarè, e verrà raggiunto da sorella e nipoti dopo due anni di isolamento.
Nato il 29 novembre 1920, primo di 5 fratelli, 3 dei quali viventi, con dieci anni di differenza ciascuno, Rino è un bel ragazzo, con un carattere docile che piace alle ragazze (anche se a lui, a dirla tutta, questo non interessa poi molto). Ha imparato a fare il maniscalco seguendo le orme di suo padre, che aveva avuto questo ruolo anche durante la Prima guerra mondiale: Rino e suo padre sono gli unici a portare avanti quest’attività nel territorio, con due sedi a Coste e Crespignaga. Lavorano anche con quelli di Maser, ma non troppo, poiché a quel tempo chi è di Maser preferisce far ferrare i cavalli a Cornuda.
Alla famiglia ci si rivolgeva, da generazioni, con l’appellativo di “Campaner”, perché erano proprio i Carraro a suonar le campane del campanile nelle ricorrenze (vedi il servizio dedicato al “Campaner” di Coste): “Le campane di Crespignaga sono più grosse e hanno un suono unico e profondo” afferma orgogliosamente Pia, con un po’ di sana rivalità tra frazioni che, nonostante il passare degli anni, è rimasta. I due fratelli per questo servizio venivano retribuiti con piccole offerte dai cittadini durante la questua.
Rino, come suo padre, è stato in guerra: partito cinque giorni prima della nascita di sua sorella Pia, è stato spedito in Sardegna e dopo la liberazione ha tardato a tornare per via della lenta avanzata degli Alleati. Quando è tornato, nell’ottobre del ’45, ha ripreso in mano l’attività del padre e si è innamorato di Emilia Battaglia, una bella ragazza mora da Cassola che faceva la sarta e la cameriera a Villa Fabris.
Assieme ad alcuni amici di Coste di Maser, tra cui un certo Marotta e Attilio Bordin, quest’ultimo suo dipendente, Rino ha fatto anche l’inventore: sua sorella racconta di come una volta abbia costruito una macchina per fare i salami. Con la scomparsa della richiesta in qualità di maniscalco, Rino si adattò a lavorare il ferro in altri modi: raggiunti oggi i 101 anni, orgogliosissimo e con un carattere da vero artigiano veneto, mantiene ancora gelosamente tutta la sua attrezzatura.
“Daghe un sac sbregheo e fagheo giustar” diceva alla sorella e al cognato, riferendosi alle proprie nipoti quando le vedeva ferme sul divano a guardare la televisione: a fargli gli auguri per il grande traguardo oggi, oltre alla sua famiglia, si è recata a trovarlo anche il sindaco di Maser Claudia Benedos, che l’anno scorso aveva partecipato al compleanno in video conferenza assieme alla famiglia.
(Foto: Comune di Maser).
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