Quanti, oggi, conoscono o ricordano l’antica arte della produzione del carbone di legna? E quanti sanno che nelle Prealpi a cavallo tra Miane e Borgo Valbelluna se ne produssero migliaia di quintali soltanto nella prima metà del secolo scorso?
Ebbene, l’antica e pregiatissima arte del produrre carbone con la legna dei nostri boschi è stata una tradizione secolare, per quanto faticosa e non da tutti (gli “esperti” erano soprattutto gli abitanti di Mel e, in particolare, della frazione di Villa di Villa), che fece del nostro territorio una “miniera a cielo aperto” fondamentale per il riscaldamento di molte case private ed edifici pubblici tra Bellunese (in particolare la Valbelluna attraverso la teleferica di Capitel Garda), Veneziano e Trevigiano mediante la teleferica a sbalzo che partiva dal Cargador di Posa Puner e raggiungeva il magazzino mianese di Luigi Stefani, che poi lo commercializzava il carbone.
Una tradizione “alternativa” al carbon fossile che scomparve per sempre negli anni ’50 e che, però, ai “curiosi” di tale arte è ben visibile in numerosi boschi prealpini al confine tra le province di Belluno e Treviso. L’arte di fare il pojat, ossia la carbonaia, si nota in alcune località del comprensorio montano mianese dove si trovavano delle faggete (boschi di faggi): Fratte, i Pian, la Federa, Forcona, Forconetta e Mont.
Proprio ieri, domenica 10 novembre, è “rinata” una carbonaia (pojat) grazie alle preziose conoscenze, all’attenzione alla cura dei boschi e alla passione per le tradizioni locali di Carlo Pilat, carabiniere forestale in pensione e tra i fondatori dell’Orienteering Miane ’87.
Pilat infatti, con alcuni amici, ha ricreato un pojat e un cason dei carbonai nella faggeta a circa un chilometro dal rifugio Posa Puner.
Cos’è un pojat? Tronchi e ramaglie di faggio con una forma a cono che poteva arrivare a contenere fino a 200 quintali di legna, poi ricoperta con terra e zolle bagnate e lasciata “respirare” attraverso degli spiragli necessari a far passare l’aria per la combustione senza mai infiammare o bruciare la legna.
Ieri Pilat ha avuto l’occasione di raccontare questa bella storia ai numerosi partecipanti della decima edizione di Orizzonti d’Autunno, andata in scena in concomitanza con l’iniziativa benefica “Frutto di un sostegno sociale #nonsolomela”
Presente all’iniziativa organizzata dalla Pro Loco di Miane, per continuare a ricordare un amico scomparso troppo presto, il sindaco Moreno Guizzo accolto dalla nuova presidente Loredana Lucchetta e da buona parte del direttivo associativo. Il primo cittadino ha comunicato di essere già in contatto con il sindaco di Valdobbiadene, Luciano Fregonese, per valorizzare la storia dei carbonai nel comprensorio prealpino dei due Comuni.
Una bella camminata, quella di ieri, dal Rifugio Posa Puner che ha unito, come da 10 anni a questa parte, cultura, salvaguardia delle tradizioni locali, sport all’aria aperta e tradizionale pranzo conviviale al bivacco Mont, organizzato dai volontari mianesi ogni seconda domenica di novembre.
(Autore: Luca Nardi)
(Foto: Luca Nardi)
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