Madre e figlia morte nel Piave, la Procura apre un fascicolo. “Susanna soffriva di “depressione maggiore””

Le indagini durante le ricerche di Susanna Recchia sabato notte

La Procura della Repubblica di Treviso ha aperto un’inchiesta in seguito al ritrovamento dei corpi senza vita della 45enne di Miane Susanna Recchia e della figlioletta Mia, avvenuto ieri domenica sul fiume Piave, qualche chilometro a sud rispetto al ponte di Vidor.

Il fascicolo è per omicidio (della bimba) e suicidio. In una dichiarazione rilanciata dal sito dell’Ansa, il procuratore di Treviso Marco Martani ha sostenuto che la vicenda avrebbe “un chiaro sviluppo” e sarebbe “priva di ombre”, ma prima di affidare o meno l’incarico per l’autopsia sui due corpi attenderà probabilmente i dati degli esami necroscopici. Servirà dunque del tempo prima di conoscere data e luogo delle esequie di Susanna e Mia.

Secondo la Procura, la quarantacinquenne soffriva con ogni probabilità di “depressione maggiore“, una malattia importante al punto di coinvolgere non solo la sfera affettiva ma anche quella cognitiva della persona.

La stessa Procura, secondo quanto appreso, ha disposto che una psicologa supporti i familiari di Susanna Recchia in questa difficilissimo tempo di elaborazione del lutto, in particolare i tre figli che la donna aveva avuto dal primo marito, quest’ultimo e il compagno, nonché padre di Mia, con il quale la relazione sentimentale si sarebbe chiusa da poco.

Un ricordo di Susanna è arrivato via social dal dottor Attilio Ceschin, il dentista che l’ha avuta come collaboratrice per un decennio: “Ci ha sorpreso con un gesto che per un estraneo è di difficile comprensione ma si potrebbe definire un ultimo gesto d’amore! L’amore che aveva dimostrato per il lavoro, svolto sempre con estrema professionalità e passione veniva messo in secondo piano solo da quello per i figli, verso cui aveva dedicato in questi ultimi anni ogni sua energia! I problemi di salute dell’ultimo suo amore, Mia, l’avevano costretta a un impegno per l’assistenza e il controllo che forse cominciavano a minare il suo fisico. E le ultime vicende hanno acuito il malessere creando quello screzio psicologico che solo chi si è trovato in simili situazioni può capire.

E l’ultima decisione di lasciare in buone mani al papà i tre figli e abbracciare nell’ultimo atto d‘amore Mia l’ha fatta diventare sua per sempre. Ti ricorderò sempre per quella grande persona che eri”.

Sono attivi numeri verdi ai quali chiunque può rivolgersi per avere supporto e aiuto psicologico. Tra questi: Telefono Amico (02-23272327), Telefono Azzurro (19696), Progetto Inoltre della Regione Veneto (800.334.343) e De Leo Fund (800.168.678).

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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