Non si placa il dibattito sull’inaugurazione della lapide ai 38 fascisti uccisi a Combai dai partigiani della Brigata “Mazzini” nella prima settimana del maggio 1945 (qui l’articolo).
E’ arrivata infatti la risposta agli attacchi di Anpi Treviso, partiti di sinistra e sindacati della provincia, che hanno definito la cerimonia di domani “una iniziativa promossa da rottami che si rifanno alla Rsi e al governo di Salò, collaborazionista dei nazisti, in ricordo di militi di quella sedicente repubblica di traditori della patria e della svendita di parte del nostro territorio (Friuli-Venezia Giulia) al Reich nazista”, invitando il presidente Luca Zaia a prendere posizione contro di essa e contro l’amministrazione Denny Buso.
A rispondere alle provocazioni è Antonio Serena, ex senatore di Alleanza Nazionale e presidente dell’associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi della Repubblica sociale italiana: “Le parole offensive e patetiche dell’Anpi di Treviso e del partito dei banchieri europei del Pd nei confronti di una commemorazione storica e il richiamo a veti di sapore comunista non meritano alcuna risposta. Si autoesclude da ogni consesso civile chi non ferma il proprio livore nemmeno di fronte alla morte“.
“Pur ricorrendone ampiamente gli estremi, – prosegue – sono quindi contrario a denunce o altre iniziative legali sollecitatemi da più parti, specie nei confronti di una associazione che a Treviso ha avuto per presidente per molti anni un partigiano condannato per rapina a mano armata e sospeso dall’Ordine degli Avvocati. Con questi personaggi non abbiamo niente da spartire”.
La ferita è aperta e per domani mattina c’è una certa preoccupazione, tanto che le forze dell’ordine sono state allertate sia per verificare il rispetto delle misure anti covid sia per scongiurare eventuali “scontri di opinioni” nel corso dell’evento, che, a detta degli organizzatori, sarà una semplice inaugurazione di una lapide per ricordare la morte di quelle 38 persone nella Spinoncia di Combai.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
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