Dalle macerie della guerra in un piccolo paese senza speranze nacque una generosa realtà solidale, cento anni dopo quel gesto fraterno è ritornato a vivere grazie all’impegno delle Pro Loco di Combai e Miane e delle quattro associazioni d’arma.
È la bella storia del torchio solidale montato su ruote che, nei primi anni Venti del secolo scorso, fu trainato di casa in casa da una vacca tra Combai, Miane e i paesi limitrofi per trasformare l’uva appena vendemmiata in un vino dal valore speciale.
I protagonisti furono alcuni reduci della Grande Guerra residenti a Combai, che decisero di offrire un servizio gratuito di torchiatura dell’uva in cambio di un po’ di vino.
Una piccola ricompensa da vendere in frasche e osterie che utilizzarono per garantire un piccolo contributo per il sostentamento di vedove e orfani di guerra del paese, ma anche per la realizzazione del monumento ai loro compaesani caduti.
Nel centenario della Grande Guerra, il torchio tenuto in affido dal “poeta contadino di Combai”, Diego Stefani, è stato restaurato dalle quattro associazioni d’arma di Miane, agevolati dall’aiuto prezioso di Aldo Bortolini, Mario Cason, Aldo Dall’Arche, Franco De Biasi e Pietro Possamai.
Rinato a nuova vita e fatta conoscere la sua storia nelle più importanti manifestazioni annuali comunali, il torchio solidale ha permesso di produrre cento bottiglie numerate dalla vinificazione delle uve della vendemmia 2018 e, proprio in queste settimane, sta iniziando la loro distribuzione.
Un ennesimo gesto di solidarietà che mira a raccogliere fondi per la scuola elementare di Miane e il testimone di quei generosi reduci brutalmente invecchiati dagli orrori della guerra, ma desiderosi di donare un futuro roseo alle mogli e ai figli dei loro paesani “andati avanti”.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
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