Don Maurizio Dassiè domenica si è esposto dalla parte delle famiglie che vivono ai piedi del “vigneto della discordia” di Premaor (qui l’articolo), oggetto di futura discussione in Consiglio di Stato dopo la sentenza a favore di Regione e Comune di Miane emessa dal Tar Veneto il 7 dicembre scorso.
Nel suo messaggio ai parrocchiani nel bollettino domenicale ha usato parole dure come “La politica dei forti, che è sempre politica dei vili, dice: “Se non vi va bene cambiate casa”, “certa politica e certa gerarchia cattolica sembra priva di valore etico e del senso del bene comune” e “chi, da buon credente, inquina, sfrutta e distrugge la creazione va contro la Parola di Dio”.
Frasi che, probabilmente, fanno riferimento non solo al caso Premaor ma, in generale, alla monocultura-Prosecco e all’uso o all’abuso, da parti di alcuni agricoltori, di prodotti fitosanitari e diserbanti come il glifosate che sono vietati dai regolamenti comunali di polizia rurale dell’area docg.
Una presa di posizione che non è piaciuta a tanti a Miane e nell’area della docg, che sono arrivate fino al Consorzio di Conegliano Valdobbiadene. Il presidente Innocente Nardi, infatti, ha affermato che le parole d’ordine dell’ente che rappresenta sono sostenibilità ambientale e garantire massima qualità di vita a chi risiede in un territorio patrimonio Unesco da ormai due anni. La svolta ambientalista per Nardi c’è.
Il consigliere regionale Andrea Zanoni (Pd), invece, sta dalla parte del parroco di Miane: “La denuncia di don Maurizio Dassiè è grave ma non è la sola. Da tempo gran parte della Marca è diventata un’enorme monocoltura di Prosecco grazie ai generosissimi finanziamenti di Zaia, con abbondante uso di pesticidi. In qualche caso, probabilmente, anche prodotti illegali: il fatto che in Europa c’è chi fa peggio di noi non è assolutamente una consolazione”.
“La Regione dovrebbe vigilare, oltre a fissare divieti più stringenti e uniformi, anziché affidarsi alla responsabilità dei produttori, individuale o associata. Quanti e quali controlli vengono realmente fatti sulle sostanze impiegate nei vigneti?”.
È la richiesta di Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon, consiglieri regionali del Pd, che annunciano una nuova interrogazione alla Giunta Zaia.
“Sostenibilità e rispetto dell’ambiente non possono essere contenitori vuoti – prosegue Zanoni -. Se ne parla molto a favore di telecamera ma i fatti concreti sono pochi. La vendita e l’utilizzo di pesticidi chimici non accenna a diminuire, in Veneto la superficie destinata al biologico è nettamente inferiore alla media nazionale”.
“E che non sia una priorità basti pensare al ricorso presentato contro il referendum sul divieto di pesticidi nel Comune di Conegliano, che ha visto in prima linea Consorzi di tutela del Prosecco, Docg e Doc e associazioni degli agricoltori – conclude Zanoni -. È un segnale di attenzione all’ambiente e alla salute. Perché ostacolarlo?”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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