Bellissime notizie per la comunità di Miane e l’intera Marca Trevigiana: mercoledì prossimo, 14 luglio, sarà riaperto ufficialmente al culto il santuario del Carmine con la celebrazione dell’eucaristia alle 18.30.
Un giorno molto importante dopo i grandi sforzi fatti negli ultimi anni per raccogliere i fondi necessari al suo restauro interno ed esterno, anche grazie ad un contributo di 100mila euro del Ministero per i beni e le attività culturali (qui l’articolo).
In particolare venerdì 16 luglio, solennità della Madonna del Carmine, si terranno al santuario ben quattro celebrazioni liturgiche presiedute da don Maurizio Dassiè, alle ore 9, 11, 18 e 20 per festeggiare il bicentenario del santuario.
Sabato 17 luglio alle 17.30 sarà inoltre inaugurata e benedetta una nuova statua in bronzo donata alla comunità di Miane da tanti benefattori e collocata all’esterno del santuario, avvolta da una magistrale creazione di Valentino Moro.
Si tratta di una suggestiva realizzazione in ferro pensata come un tronco aperto, nella cui cavità, confortata da un tripudio di rose bianche, è accolta la Madonna in bronzo. L’artista ha saputo dare risalto ad un’immagine cultuale fortemente sentita e partecipata nel passato e ancor oggi nel nostro presente.
L’attuale santuario della Madonna del Carmine è il risultato di più interventi costruttivi che si sono susseguiti nel corso dei secoli e, in particolare nel periodo compreso, fra inizio Ottocento e i primi anni del Novecento.
Secondo una relazione ottocentesca la chiesa fu edificata per un voto pubblico della popolazione di Miane in seguito ad una speciale grazia ricevuta, forse legata all’epidemia che colpì fra ‘500 e ‘600 la terraferma veneziana.
Non si conosce la data precisa di fondazione, ma è presumibile sia avvenuto fra il ‘500 e la prima metà del ‘600: la prima attestazione della chiesa e della casa dell’eremita è infatti contenuta in una mappa veneziana del 1683.
Non vi sono altre informazioni fino al 1819 quando, con “grande concorso di popolo”, si decide di ampliare l’edificio che viene consacrato nel 1824 dal vescovo Jacopo Monico: a fine lavori la chiesa, di dimensioni minori dell’attuale, comprende l’aula, il presbiterio, l’abside e, forse, una piccola sacrestia.
Di lì a poco, nel 1828, viene realizzato il corpo di fabbrica a due piani che ospita la sacrestia. Nel 1841, come riporta la data incisa sulla chiave di volta della porta, viene eretto il campanile.
Fra il 1898 e il 1901 si lavora nuovamente sia nell’edificio sacro che nelle aree esterne: il monte retrostante viene scavato per creare un largo passaggio tutt’intorno alla chiesa che consente di ampliare il coro nella forma attuale con il transetto destro, la cappella di San Giuseppe e le stanze retrostanti l’altare.
La nuova costruzione include anche una nuova scala interna in sostituzione di quella collocata nella sacrestia e il presbiterio viene sopraelevato e completato dall’attuale cupola con lanterna.
Pochi anni dopo, nel 1908, il campanile viene sopraelevato con un’ulteriore cella. Nello stesso anno, in seguito alla crescita della devozione per la Madonna custodita, si dà inizio ad un’ulteriore importante fase costruttiva che ridefinisce l’architettura della chiesa: l’aula viene sopraelevata ed ampliata, portando la facciata della chiesa in linea con la casa dell’eremita dove, conseguentemente, viene spostato l’ingresso principale. Una nuova gradinata in masegno conduce alla chiesa.
Inoltre sulla facciata viene posta l’iscrizione VIRGINI DEIPARAE CARMELITANAE, l’epigrafe ERECTUM MDCCCXIX INSTAURATUM MCMXII e l’invocazione “Regina Decor Carmeli ora pro nobis”. In controfacciata è collocato l’organo Zavarise con cantoria.
Nel soffitto dell’aula Vittorio Casagrande dipinge nel 1912 il grande affresco che raffigura la Madonna del Carmine con lo scapolare in atto di soccorrere le anime sante del Purgatorio.
Una storia molto interessante che mercoledì prossimo, 14 luglio, riprenderà vita.
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