La Valle delle acque morte a Monfumo: attraverso i profili dolci delle colline e i ponticelli di legno, un sentiero segreto nel cuore del paese

Appare intrigante già dal nome la Valle delle acque morte, a Monfumo.

Si tratta di un sentiero naturalistico che consente di attraversare la parte più intima del paese, scivolando tra i valloni che siamo abituati a percorrere in auto o in bicicletta.

Il punto di partenza è il centro del paese, dove è possibile parcheggiare a destra di via Chiesa. Sorge in cima a quella via, maestoso, l’edificio religioso quattrocentesco che, guardando a ovest, rimarrà un punto di riferimento per gran parte del percorso.

Il sentiero scende lungo un fianco della collina fino a raggiungere il torrente, che probabilmente per via di una corrente poco forte e una pendenza relativamente bassa, scorre tanto lentamente da aver dato quel nome lugubre, eppure affascinante, alla valle.

In un bel pomeriggio invernale, la zona limitrofa alle cosiddette acque morte appare divisa tra raggi di sole e fasce d’ombra, che consentono di vedere fenomeni contrastanti: da un lato i ruscelli gelati e immobili e dall’altro un anticipo di primavera.

Al contempo la valle alterna passaggi stretti nella boscaglia ombrosa ad ampie distensive vedute su sorprendenti praterie e snelle colline. Se nell’Alta Marca siamo abituati a colline impervie e coltivate da cima a fondo, in questo “cuore” selvaggio di Monfumo l’occhio corre su rotondità più dolci e quasi inalterate dalla mano umana.

Tutto il percorso è puntellato da piccoli ponticelli di legno, attraverso cui non sempre è necessario passare: sono attraversamenti discreti che si rendono utili quando, dopo le piogge o il disgelo, la zona diventa troppo fangosa.

Potremmo dire che fungono da punti di riferimento, fiancheggiando il ruscello, ma l’escursionista può decidere di ignorarli, preferendo seguire le linee armoniche degli avvallamenti.

La vegetazione, anche in inverno, appare colorata e varia: e anche se protagonista rimane la flora autoctona, l’opera dell’uomo si vede nell’elegante disposizione degli ulivi, che abbelliscono il panorama senza aggredirlo con rispetto.

Anche i residenti della Valle delle acque morte, come rapaci e piccoli mammiferi, ma – a giudicare dalle impronte – anche caprioli e cinghiali, sembrano apprezzare le sponde del ruscello.

La camminata prosegue fino a inerpicarsi fino all’ultima collina, tra filari di viti, e raggiungere via Longon: da quel punto, la valle si apre sia in una direzione che nell’altra ed è piacevole, specialmente al tramonto, quando l’orizzonte dalla Rocca di Asolo al profilo maestoso del Massiccio del Monte Grappa si screzia di arancio.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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