“Accoglienza, Inclusione e Aggregazione”, successo per la 12esima Giornata del Volontariato: “Non mancano le esperienze di ‘sana’ accoglienza”

Sabato 1° ottobre è andata in scena a Montebelluna la 12esima Giornata del Volontariato.

Le parole d’ordine dell’evento, curato da Cittadini Volontari Odv – coordinamento territoriale per il volontariato Montebelluna, erano “Accoglienza, Inclusione e Aggregazione”.

Tante le associazioni coinvolte a dimostrazione del fatto che, nonostante le difficoltà degli ultimi anni, la realtà montebellunese è attenta al volontariato e ai bisogni della popolazione.

Presenti all’inaugurazione della manifestazione il sindaco Adalberto Bordin, l’assessore al sociale Maria Bortoletto, il parroco Monsignor Antonio Genovese oltre ai volontari delle diverse associazioni e agli organizzatori.

“Un’opportunità per conoscere da vicino chi fa del bene donando tempo, impegno e affetto al prossimo – commenta il sindaco Adalberto Bordin – Un ringraziamento di cuore ai Cittadini Volontari – Coordinamento di Montebelluna e al suo presidente pro tempore Lucio Vendramin”.

L’assessore Lucrezia Favaro ha sottolineato l’importanza di questo evento per conoscere e apprezzare le tantissime realtà cittadine volte al volontariato.

“Le immani conseguenze della guerra in Ucraina – si legge nella presentazione della 12esima Giornata del Volontariato -, con le relative gravissime violazioni dei diritti umani, si sono concretizzate in massicci movimenti migratori, con decine di migliaia di persone giunte anche in Italia. Ma l’Ucraina non è l’unica causa di migrazioni, quasi tutte forzate (poche quelle spontanee, in ogni caso anch’esse determinate da situazioni disperate), che si materializzano in continui sbarchi in varie località italiane e Lampedusa ne è il simbolo più evidente”.

“Si tratta molto spesso di gente in fuga a causa di guerre – continua -, di profughi ambientali (Il riscaldamento globale impoverisce i terreni e chi li lavora), o che scappano comunque da situazioni di povertà estrema. È quello che è successo agli italiani nel secolo scorso, anche se preferiamo non ricordarlo. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati calcola in oltre 100 milioni i profughi nel 2022: è come se si mettesse in moto un intero continente. Gravi discriminazioni e spesso anche violenze incontreranno queste persone nella via dell’esilio”.

“Utilizzano tutti i mezzi possibili – prosegue -: barconi, camminate nella neve o nelle foreste, chilometri nel deserto sotto il sole, attraversamento di frontiere sempre ostili. Moltissimi sono minori non accompagnati che arrivano da soli perché i loro genitori – nella speranza di un futuro migliore per i loro figli – preferiscono far correre loro il rischio di morire nella ‘traversata’, piuttosto di vederli deperire giorno per giorno nel proprio Paese. Il peso maggiore ricade spesso sui Paesi direttamente coinvolti nelle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo e lungo la costa atlantica occidentale”.

“Di fronte a queste tragedie – conclude – l’Italia e gli altri Stati Europei non riescono a trovare misure adeguate, e la stessa Unione Europea è riuscita solo nei mesi scorsi a raggiungere un accordo per aiutare gli Stati di primo ingresso. È un buon passo avanti, vedremo se e come funziona. Si tratta – in definitiva – dell’ennesima sfida di fronte a cui si trova il volontariato, anzi tutta la società civile, e alla quale sarà difficile rispondere efficacemente. Faremo ciò che sarà nelle nostre possibilità. Le esperienze di ‘sana’ accoglienza non mancano nel nostro territorio e le faremo raccontare ai protagonisti”

(Foto: Facebook).
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