Allarme rosso materie prime, scarsa reperibilità e prezzi folli. Confartigianato Asolo Montebelluna: “Così la ripresa è già compromessa”

Listini raddoppiati, forniture negate dai grossisti, esaurimento delle scorte, attese infinite: una collezione di testimonianze in vari settori del lavoro, raccolta da Confartigianato Asolo Montebelluna, annuncia grande preoccupazione per l’aumento dei prezzi delle materie prime e, in controtendenza rispetto al racconto positivo delle riaperture, è stato lanciato un allarme non ignorabile sulla possibilità di imbattersi in una nuova serie di saracinesche abbassate, questa volta per sempre.

Anche se l’economia è in parte ripartita, con un portafoglio ordini al completo per diverse realtà della zona, molti imprenditori si trovano davanti a un precipizio e non sanno se saltarlo o lasciar stare: investire nell’acquisto di materie prime con prezzi così alti significa correre il rischio che al consumatore il costo finale sembri troppo alto. Nel frattempo però, non averle porta a perdere clienti.

Il grido degli imprenditori della Destra Piave arriva da tutti i settori, dall’edilizia all’alimentari, e la colpa viene attribuita dall’associazione di categoria sopracitata ai “meccanismi speculativi gestiti dalla finanza internazionale e alla mancanza di una politica industriale di lungo periodo”.

“In queste condizioni la ripresa è già compromessa” afferma il presidente di Confartigianato Asolo Montebelluna Fausto Bosa. “Anzi, stiamo attendendo il momento in cui si scaricherà “a terra” questo impatto devastante sull’economia. Finora le imprese hanno assorbito gli aumenti pagando di più il materiale, ma almeno in parte ciò dovrà essere scaricato sul consumatore finale, quando chiederà il prodotto finito: e allora cosa succederà?”.

“In edilizia” spiega Paolo Bassani, presidente della categoria degli edili “la media degli aumenti è attorno al 40%. Perfino il prezziario di riferimento per il super bonus 110 è ormai inadeguato, e a rischio è tutta la filiera collegata alle costruzioni e ristrutturazioni”.

“Il legname per i serramenti scarseggia, il mercato è in mano ai Cinesi” afferma Bruno Rech, che ha una segheria a Monfumo. Nonostante gli aumenti, c’è tantissima domanda, ma tra poco dovremo fermarci perché i magazzini sono vuoti”.

Ivano Pellizzari, che fa prefabbricati su misura, afferma di affrontare ogni giorno grossi problemi perché i componenti quali ferro, calcestruzzo, ghiaia hanno avuto aumenti che non riescono a riversare sull’impresa, che ha una commessa stabilita da rispettare a fronte di prezzi di contratto inadeguati con tempi che non possono essere rispettati. Questo creerà due o tre mesi di ritardo nelle consegne.

Marco D’Andrea, titolare di Marchea, conferma che ha avvisato tutti i clienti che i preventivi che hanno in mano non sono più validi: “La lamiera e i profilati sono ormai merce rara, c’è una corsa all’accaparramento pur di riuscire a completare i lavori ma non basta nemmeno pagarli il doppio; oggi il rame ha raggiunto il record storico dal 2011 di 10mila dollari a tonnellata”.

“Sul fronte impiantistico riscontriamo gli stessi problemi dell’edilizia. – conferma Nicola Ceron – Ci sono problemi con la componentistica, mancano i microchip, nel fotovoltaico si sono interrotte le forniture e non ci sono garanzie sui tempi di fornitura, le batterie di accumulo mancheranno per tutto il 2021 e anche i profilati di alluminio sono esauriti: ormai qualsiasi fornitura commerciale non ha certezza nel futuro”.

Cristian Pollon, termoidraulico, aggiunge: “ormai una casa finita con questi aumenti viene a costare decine di migliaia di euro in più rispetto al preventivo iniziale, datato anche solo 6 mesi fa.”

“Da parte nostra, come Associazione” aggiunge il direttore Faganello “cercheremo di dare assistenza alle aziende sul piano della tutela contrattuale sui preventivi: è indubbio che l’impresa non debba potersi svincolare senza responsabilità da impegni assunti in situazioni normali, ma ora la situazione è decisamente eccezionale e come tale può essere fatta valere la clausola di forza maggiore. Va rivista, in particolare negli appalti pubblici, la clausola della revisione prezzi, che, ad oggi, risulta depotenziata”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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