La pandemia ha fatto emergere con maggiore evidenza situazioni di difficoltà, ma anche nuove opportunità e possibilità di impegno. Le associazioni del volontariato di Montebelluna, riunite da una dozzina di anni nel coordinamento territoriale “Cittadini volontari”, si sono radunate nell’area pedonale di Piazza Mazzini per tutta la giornata di sabato 25 settembre in occasione dell’11^ giornata a loro dedicata.
“E’ un po’ come la vetrina per i negozi – dice il presidente Luciano Vendramini -, anche noi ci mettiamo in mostra. Lo scopo è far sapere che ci siamo, perché molti nemmeno sanno che esistono certe associazioni”.
Ai tradizionali gazebo con materiali informativi si è aggiunto quest’anno uno schermo su cui sono state proiettate fotografie e testimonianze delle varie attività; al coordinamento partecipano una novantina di associazioni, circa metà erano presenti in piazza.
“Purtroppo registriamo anche la chiusura di tre gruppi, ma complessivamente il nostro è un mondo piuttosto vivace: solo contando i componenti dei vari direttivi ci sono più di 500 persone impegnate nei vari ambiti, senza contare tutti i soci – afferma Vendramini -. Ci ha fatto molto piacere la visita di alcune scolaresche di scuole medie, inferiori e superiori: in molte situazioni c’è bisogno di un cambio generazionale e di un coinvolgimento diretto dei giovani. Ci vorrebbe un maggiore supporto anche da parte delle istituzioni, Comune e scuole in primis; la promozione che viene fatta delle nostre attività è merito solo di alcune persone sensibili”.


Il coordinamento gestisce attualmente la sede di via Mattiello, un paio di stanze spesso insufficienti per dare spazio a tutti e porta avanti stabilmente tre progetti: con “Nessuno escluso” si recuperano e distribuiscono alimenti in scadenza o eccedenze, mentre lo “Sportello di orientamento sanitario” è rivolto ai cittadini che sono privi di assistenza sanitaria. Nello stesso ambito c’è anche “Già fatto??!!”, iniziativa che mette a disposizione infermieri professionali per iniezioni o piccole medicazione.
“A Padova – aggiunge Vendramini – che è stata capitale europea del volontariato, il Csv provinciale è riuscito a trovare 1700 persone che si sono messe a disposizione per aiutare un vicino di casa nelle necessità derivate dal lockdown; la maggior parte di loro non aveva esperienze di volontariato alle spalle”.
Molte iniziative volontaristiche sono legate a gruppi etnici o linguistici di stranieri che organizzano corsi di lingua madre per i bambini nati in Italia.
“Spesso – spiega Vendramini – sono gruppi spontanei, che non hanno uno statuto o un riconoscimento giuridico; quello che manca è anche una maggiore conoscenza reciproca e uno scambio tra le associazioni stesse, anche se molti di noi partecipano a due o più gruppi. La giornata del volontariato serve anche a questo”.
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