I Carabinieri della Compagnia di Montebelluna hanno dato questa mattina, venerdì 10 settembre, l’esecuzione all’ordinanza del Tribunale del Riesame di Venezia del maggio scorso (divenuta irrevocabile a seguito della pronuncia di rigetto emessa nella giornata di ieri dalla Suprema Corte di Cassazione) che, in accoglimento dell’appello proposto dal P.M. della Procura della Repubblica trevigiana, ha ripristinato la misura della custodia in carcere nei confronti di Sergio Miglioranza.
Il 70enne, attualmente agli arresti domiciliari, era già stato tratto in arresto lo scorso marzo (qui l’articolo) in quanto considerato responsabile di aver dato alle fiamme l’abitazione di Paese dove conviveva con la moglie e un’amica, entrambe perite nell’incendio.
Il provvedimento del collegio lagunare ha confermato, anche in merito all’intensità delle esigenze cautelari, gli elementi raccolti nel corso delle complesse indagini dei Carabinieri di Montebelluna, in collaborazione con i Vigili del Fuoco.
Secondo gli inquirenti è stato dimostrato che l’indagato avrebbe agito non semplicemente con dolo, ma addirittura con dolo intenzionale, anche per quanto riguarda l’omicidio delle due vittime e come sarebbe stato pure concreto il pericolo che il 70enne potesse allontanarsi dal territorio nazionale per sottrarsi alla giustizia.
Miglioranza avrebbe appiccato il fuoco all’abitazione in cui dormivano le due vittime aprendo una delle bombole del gas al suo interno e attivando plurimi focolai, due dei quali proprio nei pressi delle due porte d’ingresso, uniche vie di fuga utilizzabili dalle donne presenti in casa.
Una condotta, quella dell’uomo, non spiegabile quindi, secondo gli inquirenti, con la mera volontà di danneggiare l’abitazione a fini assicurativi ma risultata specificatamente preordinata a non consentire la fuga delle donne intrappolate in casa e dunque a cagionarne la morte.
(Foto: Vigili del Fuoco).
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