Ultimo discorso pubblico ieri, domenica 8 novembre, per il sindaco di Montebelluna Marzio Favero (eletto nel Consiglio regionale) che a partire da mercoledì prossimo consegnerà la fascia di primo cittadino al vicesindaco Elzo Severin.
Occasione sono state le celebrazioni montebellunesi per il IV Novembre. Una cerimonia a cui hanno partecipato diverse autorità militari e civili e i labari di diverse associazioni d’arma della città.
“Una guerra di trincea che ha fatto 650mila morti sul campo – ha detto Favero al termine dell’alzabandiera al monumento ai Caduti in piazza Dall’Armi -, mezzo milione di invalidi e migliaia di vittime civili. È proprio nelle trincee che è nato il vero senso di Unità nazionale, dove si sono ritrovati, loro malgrado, e hanno fraternizzato giovani provenienti da ogni parte d’Italia. Tra il 1915 e il 1918 ha mosso i primi passi la globalizzazione. Gli uomini, a causa del forte avvento tecnico e tecnologico, ha iniziato a diventare un mezzo e non un fine. Gli accordi di pace conseguenti al primo conflitto sono stati la causa della Seconda Guerra e, gli accordi di pace di quest’ultima, sono la causa delle numerose guerre locali. Non a caso tra il 1917 e il 1918 l’arrivo dei soldati americani in Spagna provocò la pandemia chiamata Spagnola che fece 50 milioni di morti”.
“Oggi tutto è più accelerato – ha proseguito Favero -, con un aereo un virus può attraversare il Pianeta in poche ore. La pandemia che stiamo vivendo ci ha fatto capire quanto siamo fragili contro il nemico più vecchio della storia, il virus. Siamo uomini mezzi di apparati che sono disposti a sacrificare i giovani per interessi economici, apparati internazionali che sfuggono a ogni democrazia”.
(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
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