Doveva essere un’avventura, e alla fine si è rivelata un disavventura…alla quale manca ancora il lieto fine. Alberto Silvestrini e Katie Parsons, lui di Volpago del Montello, lei originaria del Galles vivono assieme a Londra.
Programmatore di automazioni teatrali lui, mentre lei dirige uno studio di architettura. La loro è la storia di una coppia come tante, che dopo nove anni di vita londinese decide di mollare tutto e di partire per il Sudamerica, guidata dalla comune passione per l’arrampicata.
Insomma un anno sabbatico dalla normale routine professionale, con un viaggio che inizia in Sudamerica e che vorrebbe finire più a nord, magari in Alaska.
Prime tappe previste in Cile e Argentina, con la regione della Patagonia come meta più ambita. Dopo aver lasciato in affitto l’appartamento londinese, lo scorso settembre hanno preso un volo diretto a Buenos Aires. Da lì verso Santiago del Cile, per comprare un camper.
“Una città molto caotica e costosa, meglio non restarci troppo tempo, ma il nostro pessimo spagnolo non ci aiuta nella ricerca”, confessa Alberto, nel suo libro di viaggio.
Trovano alla fine un furgone da riconvertire, un Chevy Van che era originariamente un’ambulanza. La felicità è alle stelle ma è in arrivo la prima sorpresa: scoppia la rivolta popolare nella capitale cilena.
Alberto e Katie si ritrovano in mezzo alla guerriglia urbana che si estende anche in altre città. “Tre settimane di proteste contro la forte diseguaglianza sociale nel paese, e noi bloccati, impossibilitati a continuare il nostro viaggio. Coprifuoco, le forza armate sempre presenti, lacrimogeni e cannoni spara acqua che disperdono le folle. Anche noi partecipiamo ad alcune manifestazioni pacifiche, le “caseroladas”, in cui i cileni sbattono i cucchiai sul fondo delle pentole per protestare, e lo fanno fin dai tempi della dittatura militare.
Dopo un ritorno temporaneo a Londra per le condizioni di salute della mamma di lei, il primo gennaio 2020 atterrano di nuovo a Santiago, ritrovano il loro camper, battezzato Rico, e ripartono verso la costa atlantica, sulla leggendaria Pan- American Highway un insieme di strade che li riporta in Argentina.
Si spostano al sud del paese, vivono la vita in camper, posti stupendi e tante arrampicate. Attraversano “la strada dei sette laghi”, con splendide “falesie” da praticare. Poi San Martin de Los Andes, Villa Langostura, la famosa Bariloche, Cerro Catedral e Piedra.
Parda, altra Mecca dell’arrampicata sportiva, nel mezzo del deserto patagonico, e il 17 marzo arrivano a El Chanten Ricun, piccolo villaggio nella provincia di Santa Cruz, sulle sponde da del fiume Rio de Las Vueltas e scoprono che il mondo è in piena emergenza Covid19.
“A un posto di blocco ci informano della pandemia e delle restrizioni, i confini delle regioni sono chiusi. Possiamo raggiungere la cittadina più vicina ma nulla più. Questa notizia però passa velocemente in secondo piano perché le condizioni della mamma di Katie sono peggiorate e questa volta non ci sono aerei in partenza per l’Europa” aggiunge Alberto.
Nell’area, però i turisti ora non sono più benvenuti e il governo argentino sta per annunciare il più grande lockdown dei tempi moderni. Per strada devono sopportare gli insulti della gente “Vuelvete a tu casa” Andate a casa vostra.
“Un’emittente televisiva ci chiede un’intervista, vogliono spiegare alla gente che non devono aver paura perché non siamo stati in Europa da mesi. Il video diventa virale, con commenti poco positivi e decidiamo di andarcene dal paese, col beneplacito della Polizia – confessa Alberto -. Ma siamo bloccati, le autorità proibiscono il turismo, bloccano tutti i voli. Nel frattempo ci giunge la notizia che la mamma di Katie è venuta a mancare. Lei è distrutta, nel frattempo la quarantena viene prolungata. E da due mesi ci troviamo in queste condizioni”.
Ora sta arrivando prepotentemente nella stagione invernale, le cime che li circondano sono bianche di neve, e ad aggiungere angoscia il camper è privo di riscaldamento. “Siamo costantemente al telefono con il Consolato Italiano, in internet, per tornare in Europa insieme. Ma – sottolineaAlberto – al momento non ci sono voli commerciali dall’Argentina. Il nostro desiderio era quello di trasferirci in Italia per il prossimo mese, per continuare il nostro percorso di vita insieme”.
Lui può tornare in patria ma da solo, senza Katie, il cui ingresso in questo periodo non è consentito. Il lieto fine ancora non si vede. Il Covid19 non solo ha sconvolto i piani di un viaggio tanto desiderato, ma ha anche complicato il rientro alla normalità in Italia di Alberto e Katie.
(Fonte: Giovanni Negro © Qdpnews.it):
(Foto: per concessione di Alberto Silvestrini).
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