Dopo un’elaborata indagine sul tema della ricchezza, considerando fenomeni finanziari e bancari come il rapporto tra depositi e prestiti sul territorio provinciale e gli andamenti demografici, un recente studio presentato da Confartigianato Imprese AsoloMontebelluna con i colleghi di Oderzo-Motta è in grado di affermare con certezza che “un’impresa genera nel territorio undici volte la ricchezza che tiene per sé”.
Un dato oggettivo che sfuma o perlomeno danneggia quello stereotipo del piccolo imprenditore trevigiano “accumulatore”, che deposita senza mai investire, ma che sottolinea invece quanto queste piccole imprese rappresentino una motrice essenziale per la circolazione dell’economia locale. Esserne consapevoli può consentire, secondo Confartigianato, anche alle amministrazioni locali di essere ricettive verso le loro esigenze ed evitare che queste imprese collassino o, esasperate dalle difficoltà, distolgano lo sguardo verso nuove prospettive.
“Vi è un cambiamento radicale nel modo con cui i cittadini residenti e le imprese si stanno muovendo nel nostro territorio: non è una situazione positiva o negativa di per sé, è una situazione di cui dobbiamo tener conto per lo sviluppo futuro di quest’area – spiega il direttore di Confartigianato Imprese Oderzo Motta, Andrea Faloppa. – Da quest’analisi emerge, nella sostanza, che favorire che un’impresa insista in un determinato territorio ne consente anche lo sviluppo reciproco”.
Sempre secondo le statistiche, sarebbero ben 1.500 le aziende individuali che cesseranno l’attività da qui a qualche anno: una tendenza che va a impattare, quindi, anche sulla distribuzione della ricchezza nel territorio della Pedemontana. Altre seguiranno quello che Confartigianato definisce “fenomeno della polarizzazione”, scegliendo se ridursi a un’azienda individuale oppure, al contrario, strutturandosi e superando i dieci dipendenti.
Resta un problema anche il passaggio generazionale: molte ditte ancora non hanno la possibilità di portarlo a compimento e sono costrette a chiudere o a vendere. “Si tratta di una transizione molto lunga e di un problema radicato – spiega il direttore Matteo Berno su questo tema – noi nel 2023 abbiamo creato un gruppo, Imprenditori attivi, che riunisce i figli degli imprenditori under 40 attualmente associati, per aiutarli e prepararli su questo tema”.
Ieri, venerdì 19 gennaio, il mandato di AsoloMontebelluna, presieduto da Fausto Bosa e diretto da Matteo Berno, ha rinnovato la promessa di affiancare la piccola imprenditoria, dal dialogo con il territorio e con le altre imprese fino alla promozione nelle scuole. Nel farlo, ha invitato tre sindaci, Mauro Migliorini per Asolo, Adalberto Bordin per Montebelluna e Luciano Fregonese per Valdobbiadene, per discutere dei dati di questo studio.
“In questo 2024 vedo più sfide che opportunità – spiega il presidente Bosa – molti fattori che influenzano l’economia arrivano dall’estero, come la crisi del Canale di Suez, per la quale supponiamo possa esserci un importante aumento delle materie prime e dei costi energetici. A livello locale invece consideriamo che le banche non si stanno più interessando del microcredito, a questa fascia che va sotto i cinquantamila euro, e ha interessi insostenibili. Così queste imprese devono rivolgersi ad altre forme di intermediari finanziari, che hanno altri algoritmi e parametri per valutare la fattibilità del credito”.
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