Disoccupazione giovanile ai massimi storici, ma i nostri artigiani faticano a trovare personale: la testimonianza di alcuni imprenditori locali

Il Superbonus 110% sta dando propulsione al comparto casa, con le ditte dell’edilizia e dell’impiantistica del mondo artigiano che si trovano “piene di lavoro”, ma con grande difficoltà a reperire personale, soprattutto giovane. Il fenomeno non è nuovo, però oggi colpisce di più, a fronte di una disoccupazione giovanile salita, nell’ultimo anno, al 31,6% tra i ragazzi dai 15 ai 24 anni.

Le cause del mancato incontro tra imprese delle settore casa (ma non solo) e manodopera sono molteplici e, parlando con gli artigiani, emergono con chiarezza. Essi puntano il dito contro un immaginario che per decenni ha svalutato il lavoro manuale, creando una divisione tra lavoro intellettuale e manuale che non è mai esistita nella realtà (ci vuole testa, e molta, per fare l’artigiano), ma anche contro la burocratizzazione del lavoro che sta uccidendo entrambi, il lavoro e l’impresa, e le persone che li animano.

La piccola impresa, specialmente dell’edilizia e dell’impiantistica, ma anche di tanti settori della manifattura, offre mestieri e routine produttive ancora contrassegnate da ritmi umani, creatività, libertà, relazione. Contro uun mondo del lavoro contrassegnato, nei settori più industrializzati, da standardizzazione, spersonalizzazione, alienazione.        

“Il mondo dell’artigianato rappresenta una grandissima opportunità per i giovani del nostro territorio – afferma Mattia Panazzolo, direttore di Cna territoriale di Treviso -: c’è la possibilità di imparare un mestiere che darà anche la possibilità, se uno se la sente, di mettersi in proprio, di creare un’impresa. Serve valorizzare di più le scuole professionali che negli ultimi decenni sono state svilite e considerate di serie b“.

Anche alcune aziende del territorio hanno evidenziato il problema, come ad esempio Cristina Zanellato, co-titolare di Cem Costruzioni Edili Montello,di Venegazzù: “Non si trovano giovani, in particolare italiani, che cercano lavoro presso il settore edile o manifatturiero. L’idea che mi sono fatta è che il nostro mestiere sia ritenuto poco dignitoso e troppo faticoso. Eppure dà soddisfazione, è redditizio, a fronte, com’è normale, di sacrificio“.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Cristian Bonetto, imprenditore edile di Montebelluna, che dà lavoro a sei persone che a breve diventeranno sette dal momento che il 3 maggio sarà assunto un giovane italiano di vent’anni. Una rarità: “Una ventina di giorni fa avevo assunto un giovane di 35 anni: ha lavorato da me un giorno e un’ora e poi si è licenziato perché il lavoro di cantiere era troppo faticoso. Ma a noi costa soldi assumere una persona che se ne va dopo un giorno di lavoro…. Nel nostro settore è faticoso trovare personale“.

(Foto: web).
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