“Sette note nel tempo” è il nome scelto per la rassegna, organizzata in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dal trasferimento del mercato di Montebelluna dal colle di Mercato Vecchio alla pianura, che prevede sette serate di storia sulle note del passato e dei suoi suoni.
La rassegna è curata dal professor Lucio De Bortoli, componente del Comitato operativo coinvolto nell’organizzazione delle celebrazioni legate ai 150 anni del Mercato di Montebelluna, e vedrà la partecipazione di “Chitarra in Arte – Associazione Culturale per la Musica” e dell’Associazione “Accademia Musicale Mozart”.
Si partirà mercoledì 15 giugno, alle ore 20.45, nella piazza dell’ex asilo Masi a Mercato Vecchio, con l’evento dal titolo “La fine del privilegio: dazieri, ducali e botteghe” (a seguire brindisi con rinfresco finale).
“Ho accettato volentieri di accogliere la proposta di alcuni amici – spiega De Bortoli – di pensare a un tour di conferenze per chiarire che Montebelluna non ha, ovviamente, 150 anni, come mi è già capitato di sentire. Montebelluna è parte della storia umana, geologica, preistorica, archeologica, paleoveneta, italica, medioevale, moderna e contemporanea che riguarda queste lande e l’intero mondo; 150 anni fa è stato deciso di aprire un nuovo mercato in piano e con l’occasione è nato anche l’attuale centro urbano”.
“Proprio per questo – continua -, mi è parso opportuno giungere al ‘compleanno’ compiendo un largo giro attorno ai percorsi storici di un territorio vasto, ricco di accadimenti e soprattutto di processi. A partire dalla sedimentazione non solo profonda, ma storicamente remota dell’antico mercato. Per alcuni secoli la comunità di Santa Maria di Montebelluna ha avuto centro e cuore in un borgo fortificato di dimensioni nient’affatto trascurabili; una vicenda urbana che si è interrotta bruscamente a metà Trecento”.
“Del borgo sopravvisse però l’emporio interno che da quel momento diventa, con Santa Maria in Colle, la cifra identificativa della comunità – prosegue -. Un viaggio lungo otto secoli e pochissimo conosciuto (malgrado i libri). Si comincia da lì. A seguire, anche se non in ordine di apparizione, la comparsa dell’acqua, motore decisivo per un insediamento di villa e di investimento fondiario importanti. In una villa (Pola) si parlerà poi del sistema che ruotava attorno alla ‘politica’ di questi centri di investimento fondiario e di controllo sociale ed economico”.
De Bortoli ha aggiunto che al Mulino Caberlotto e Cecchetto verrà affrontata la decisiva comparsa delle acque del Piave attraverso il sistema venoso del Brentella, l’infrastruttura più antica della città.
“In una casa colonica (Canevon del Moro) – aggiunge il professore – parleremo del sistema di funzionamento, di amministrazione e di gestione del ‘comune rurale’, organo rilevante per secoli e misconosciuto; nell’aera della cosiddetta prima ‘rivoluzione industriale’ della città (stabilimenti di Guarda), del ruolo del nuovo centro urbano come volano per nuovi investimenti fondati sulla produttività. Raggiungeremo quindi, in prossimità del ‘compleanno’, la villa del sindaco (Zuccareda) per affrontare lo ‘scontro’, perché fu uno scontro, tra le ragioni dello spostamento del mercato e quelle della conservazione ‘delle vecchie strade’”.
“Infine – conclude – planeremo in centro e presenteremo il nuovo cantiere, i protagonisti, i lavori, le dispute e il completamento rapidissimo di una radicale mutazione e di un altro inizio. Per chi ne ha voglia, gli incontri, accompagnati da preludi e intermezzi musicali, si svolgono ogni mercoledì dal 15 giugno al 13 luglio: e poi il 24-25 agosto”.
(Foto: Facebook).
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