Dopo la previsione in Olanda-Italia alle semifinali di Euro 2000, 21 anni più tardi la storia si ripete.
Alberto Ferrarini è per tanti il “motivatore”, colui che attraverso i segreti della numerologia, del pensiero positivo, della tradizione indiana, scava dentro le persone e le aiuta a trovare le energie e le motivazioni.
Il montebellunese è stato negli anni il “mental coach” di molti calciatori da Alberto Gilardino a Gianluca Pegolo, da Antonio Floro Flores a Luca Antei senza dimenticare appunto Francesco Toldo e Leonardo Bonucci.
Questi ultimi due campioni sono legati a doppio filo da due serate indimenticabili: una ce la ricordiamo tutti ed è recentissima: l’Italia campione d’europa ai rigori contro l’Inghilterra a Euro 2020 grazie a un gol di Bonucci, l’altra, che ha visto il portiere ex Inter eroe del match, è la celebre semifinale in casa dell’Olanda vinta sempre dal dischetto.
In entrambi i casi Ferrarini aveva previsto che i due calciatori sarebbero stati protagonisti.
Prima della finale di Wembley contro gli inglesi di qualche settimana fa infatti il numerologo e “motivatore” ha mandato un video al difensore dove gli annunciava che sarebbe stato decisivo, che avrebbe segnato e alzato la coppa.
“La palla viene verso di te, sii pronto a scaraventarla dentro” queste le parole di Alberto al mastino della Nazionale e della Juventus.
Detto fatto, al 67esimo calcio d’angolo, torre di Cristante, Chiellini non ci arriva, colpisce Verratti di testa, Pickford devia sul palo e lì chi c’è? Proprio Leo che scaraventa in rete la palla del pareggio zittendo la bolgia dello storico tempio del calcio inglese.
“La prima volta ho avuto paura. In pochi minuti mi aveva detto delle cose talmente personali da impressionarmi – raccontava il 19 azzurro in un’intervista di diversi anni fa alla Gazzetta dello Sport – Chi era questo sconosciuto che scavava dentro di me dando l’impressione di conoscermi da sempre? “Leo, lascialo stare” ripetevo nei 10 giorni successivi. E invece… Allora frequentavo la tribuna dello stadio di Treviso, oggi sono alla Juve e in Nazionale. Come mi aveva scritto in un bigliettino dopo il terzo incontro…”.
Bonucci e Ferrarini si sono conosciuti quando Leonardo indossava la maglia del Treviso (dal 2007 al 2009) dopo essere arrivato in prestito dalla Primavera dell’Inter.
Ai quei tempi Bonucci non godeva della fiducia dei suoi tifosi che al minimo errore non esitavano a puntargli il dito contro dimenticando che era al suo primo campionato da professionista e che aveva poco più di 19 anni. E Bonucci questa situazione la viveva con disagio. Poi, improvvisamente, la sua vita cambia quando una sera conosce Alberto Ferrarini che gli fa aumentare l’autostima e lo sprona dicendo “un giorno giocherai in serie A e in nazionale“.
E Leonardo è diventato quello che tutti noi conosciamo, pilastro della Juventus e della Nazionale: dalla tribuna a Treviso in Serie B al tetto d’Europa, oltre al premio di Mvp della finale e inserito nella top 11 di Euro 2020 con il goal in finale e decisivo, alzando la coppa più importante a livello continentale. Mai previsione fu più azzeccata di questa.
(Foto: Alberto Ferrarini – Leonardo Bonucci).
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