Giocattoli a Natale, l’esperienza del Bazar Milanese per “resistere” ad Amazon e ai centri commerciali

L’interno del Bazar Milanese di Montebelluna

Per un “classico” negozio di giocattoli è ancora possibile resistere alla concorrenza dei colossi del commercio online e ai centri commerciali nel periodo degli acquisti natalizi per bambini e ragazzi?

Lo abbiamo chiesto a Carlo Taborra che, insieme alla sua famiglia, gestisce da anni il Bazar Milanese, un vero paradiso dei balocchi in via Dante Alighieri a Montebelluna.

Un angolo del Bazar Milanese

Non sono molti i negozi che, nella Marca Trevigiana, sono specializzati esclusivamente nella vendita di giocattoli, e il Bazar Milanese è sicuramente uno dei più conosciuti.

Oltre alla concorrenza di realtà come Amazon e i grandi magazzini, queste attività commerciali hanno dovuto fronteggiare anche un fenomeno particolare come quello delle edicole e cartolerie che, da un po’ di anni, vendono piccoli giocattoli insieme ai loro principali articoli di riferimento.

“In città siamo presenti da 64 anni – racconta Taborra -, prima con mio padre Angelo e poi con me, mia moglie Annamaria e mio figlio Alberto. I miei genitori sono partiti come ambulanti. Ora abbiamo i figli o i nipoti di nostri ex clienti che vengono a comprare in negozio. Io ho iniziato a 20 anni, subito dopo il servizio militare, e mi sono trasferito nell’attuale negozio nel 1988. Per rimanere sul mercato, abbiamo sempre cercato di diversificare e di vendere prodotti differenti, puntando sulla qualità e sulla ricerca di giocattoli che siano ancora in grado di stupire grandi e piccini”.

I giochi da tavolo proposti

“Il Covid ha lasciato un segno – continua – ma, pensando al nostro settore, un aspetto positivo è legato al fatto che è cresciuto l’interesse per i giochi da tavolo. Gli appassionati Harry Potter o di altre saghe famose resistono ancora, mentre i giocattoli di Barbie, nonostante il film, non sono cresciuti come pensavamo. Vedo con piacere un ritorno delle bambole tradizionali, che noi acquistiamo da ditte spagnole anche se, nel nostro piccolo, cerchiamo di privilegiare il Made in Italy e le aziende italiane”.

“Si è abbassata la spesa media per i prodotti come i nostri – aggiunge -. Il gioco, purtroppo, è ritenuto un surplus e per questo, se uno deve rinunciare a qualcosa, pensa anche ai giocattoli. Per tenere vivi i nostri centri storici e far girare la gente nelle nostre città, è stato importante fare rete. Noi a Montebelluna abbiamo l’associazione ‘Il Mosaico – Un centro da vivere‘ e io faccio parte proprio del gruppo dei fondatori. In questi anni abbiamo cercato di dare il nostro contributo per vivacizzare la comunità”.

Rispetto ai collezionisti, lo zoccolo duro è rappresentato dagli appassionati degli intramontabili prodotti della Lego.

L’angolo Lego del Bazar

“Spero che ci sia un futuro per i negozi di giocattoli ma non solo – conclude Taborra -. A livello nazionale si leggono dati confortanti sulla ripresa dei negozi tradizionali ma, almeno fino a questo momento, non l’abbiamo ancora percepita. Oltre all’impegno delle istituzioni, servirebbe una maggiore attenzione anche da parte delle aziende per darci la possibilità di avvicinarci ai concorrenti più accaniti. I servizi, i consigli al cliente e i prodotti di qualità, diversificati per le varie età del bambino, restano al momento le migliori ‘strategie’ per non far morire negozi come il nostro”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati