Grazie al coraggio di una donna durante la Seconda Guerra mondiale si salvarono molti montebellunesi.
Questa mattina, in occasione dell’8 marzo giornata internazionale della donna, il Comune ha voluto attribuire un riconoscimento alla memoria di Louise Wagger in Tessariol, nata a Brunico il 23 aprile del 1914 e spentasi a Montebelluna il 4 giugno del 2004. Nell’ufficio del vicesindaco reggente, Elzo Severin, è stata consegnata una targa di riconoscenza ai suoi familiari.
Un’iniziativa organizzata proprio in occasione della Giornata internazionale della donna, e promossa dall’assessore e componente del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Treviso, Maria Bortoletto che ha consegnato il riconoscimento a Marilena Tessariol, figlia della defunta signora. Era presente anche l’assessore alla cultura, Debora Varaschin.
“Louise Wagger è una figura che rappresenta una importante testimonianza di forza e coraggio – ha detto l’assessore Maria Bortoletto – capace di portare lustro alla città di Montebelluna dove durante la Seconda guerra mondiale salvò numerosi cittadini tra il 1942- ed il 1945. La sua è una testimonianza sempre attuale e non a caso abbiamo di deciso di consegnare la targa nel giorno simbolico che celebra la donna”.
“Per sottolineare il valore di questa donna e delle azioni che ha compiuto – ha aggiunto il primo cittadino di Montebelluna, Elzo Severin – l’amministrazione sta valutando di dedicarle una via della città”.
Louise Wagger raccontava spesso come era riuscita ad intervenire per far liberare una trentina di persone che furono condotti nella ex sede della Polizia municipale dove alloggiava il comando tedesco e come spesso molti si mettessero nei guai per via del possesso di armi.
In un particolare episodio, sulla via Trevignana (l’attuale via Guido Bergamo) dove la Wagger abitava, un plotone di militari tedeschi saliva verso il centro, preceduto da una staffetta che, con l’ausilio di un altoparlante, raccomandava la calma ed avvisava che i reparti erano in ritirata: si udì uno sparo, che si assodò poi provenire dal solaio della casa di un certo Silvio Mazzariol, e successivamente la signora Wagger vide che un ragazzo della probabile età di 18 anni era stato catturato e, per lo stesso, era stato approntato un cappio per giustiziarlo di fronte all’abitazione di Giuseppe Sartor. Il ragazzo si chiamava Paolo Polin. Louise Wagger intervenne per difenderlo, implorando per oltre mezz’ora l’ufficiale in comando. Riuscì in qualche modo a salvarlo, cosa che comportò da parte del Polin una ovvia e perenne riconoscenza.
Louise Wagger nell’agosto del 1933 sposò Ferdinando Tessariol stabilendosi subito dopo il matrimonio, per motivi di lavoro, nel Principato di Monaco. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale la coppia rientrò in Italia in quanto il marito, primogenito di una numerosa famiglia, pensò di poter aiutare la propria famiglia. A Montebelluna, trovarono una difficile situazione di diffusa e assoluta povertà.
Louise aveva studiato in Austria, ragione per la quale scriveva e parlava correttamente sia l’italiano che il tedesco in una situazione nella quale già era molto difficile esprimersi in italiano.
Molti montebellunesi incontravano difficoltà ad esprimersi, tantomeno in lingua tedesca. E tanti furono i cittadini che si trovarono coinvolti in episodi che li portarono a doversi difendere o a rispondere alla amministrazione germanica, ed in particolare il comando militare tedesco, che aveva allora sede accanto all’attuale Museo Civico (ex sede Polizia municipale).
Louise Wagger era soprannominata “la tedesca”, con tutto ciò che questo poteva allora in termini negativi significare non esitò a porsi sempre in prima linea là dove c’era da aiutare qualcuno, come accade quando si verificarono episodi anche violenti che portarono i militari tedeschi a minacciare misure di rappresaglia. Nonostante quei tempi non ci fosse da mangiare e la miseria fosse diffusa, rifiutò un lavoro stabile da interprete che alcuni ufficiali nazisti le avevano proposto rendendosi però sempre disponibile dove il suo aiuto fosse necessario.
La signora Louise Wagger, negli anni che seguirono e pur essendosi sempre adoperata a proprio rischio per la salvezza di molti, anche sconosciuti, fu da molti per sempre considerata “la tedesca”.
Oggi, a distanza di quasi 80 anni, il Comune le ha riconosciuto questo suo grande attaccamento alla città che l’aveva accolta e ai suoi cittadini.
(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: Comune di Montebelluna).
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