In piazza Dall’Armi e in tutte le contrade di Montebelluna la vittoria di Adalberto Bordin era nell’aria, ma forse non con queste dimensioni. “Il mio primo commento è: Wow!” dice il neoeletto sindaco. “La vittoria poggia le basi su dieci anni di amministrazione responsabile e coesa, che ha portato avanti progetti enormi, pensando al sottopasso e alle scuole. Restiamo in continuità e tuteleremo soprattutto le fasce più deboli, anziani e bambini”.
A sostegno di Bordin c’erano due liste di partito (Lega e Fratelli d’Italia) e la civica Grande Montebelluna, che hanno raccolto tutte percentuali ragguardevoli. “Sono 72 persone tutte competenti e con voglia di mettersi in gioco. Ripartiremo dalla gestione della quotidianità e dal completamento di proposte che avevamo iniziato con la stessa maggioranza”.
Loreno Miotto, candidato del centrosinistra, l’esito del voto se lo aspettava in questa misura. “E’ quello che avevo previsto per le nostre due liste: continueremo a pungolare l’amministrazione su questioni che abbiamo sottolineato in campagna elettorale. La nostra vittoria è essere tornati insieme come gruppi di centrosinistra, lavoreremo per formare una classe dirigente che fra cinque anni possa prendere la guida di questa città”.
Per entrambi i candidati il fatto di non avere altri avversari non è stato un buon segnale nel contesto politico locale; il calo ulteriore dell’affluenza (47,33%) è “un grave problema” per Bordin “pensando a chi in varie parti del mondo sta lottando per avere diritto al voto”. “E’ un fatto che ci deve preoccupare, perché impegnarsi per il bene comune deve essere un obiettivo per tutti”.
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