“Diventerà più forte di Filippo Ganna”, e se lo dice Giorgio Tonello, un personaggio che ha fatto la storia del nostro ciclismo, meccanico di grandi campioni, c’è proprio da credergli.
Lui è Samuele Bonetto, diciottenne montebellunese di Posmon (ma ci tiene a sottolineare che è cresciuto a Contea), ed è lo straordinario campione europeo e mondiale di ciclismo su pista nella specialità dell’inseguimento.
Il Panathlon Montebelluna presieduto da Eliana Poloni ieri sera lo ha celebrato, al ristorante La Tavernetta, nel corso della prima riunione dopo lo stop forzato causato dalla pandemia.
Samuele, nonostante il successo, è un ragazzo dal viso pulito, solare, persona educatissima e modesta, un grande campione, insomma, e il figlio che ogni genitore sognerebbe di avere.
Samuele, seppur giovanissimo, si trova fortunatamente alle spalle già una storia molto complicata: tra i 13 e i 14 anni viene colpito da quella malattia subdola che si chiama anoressia, ma proprio grazie al ciclismo (e a papà Fabiano) riesce a uscirne e a diventare un grande campione.
In soli tre anni, con in mezzo un lock-down che ha condizionato il mondo intero e in particolare sportivo, ha bruciato le tappe (è proprio il caso di dirlo) vincendo di tutto.
Nel 2019, correndo per la Termopiave Valcavasia di Pasquale Sartor, allenato da Tiziano Pastro, vince nell’ordine il campionato veneto Allievi, il campionato italiano su strada a Chianciano Terme ed è campione italiano cronometro a squadre nella gara che si è disputata nel Bergamasco, a Treviglio, insieme ai compagni di squadra Griggion, Vardanega e Vendramini.
Poi il passaggio alla categoria Juniores e nel 2020, gareggiando con il Giorgione, è quarto al campionato italiano crono individuale a Orsago.
In questo 2021 ha vinto praticamente tutto quel che c’era da vincere, in varie specialità. A Romanengo (Cremona) conquista il titolo italiano crono individuale, davanti a Tommaso Bessega e ad Alessandro Romele.
Ad Alperdoom (Paesi Bassi) conquista il titolo europeo nell’inseguimento individuale sconfiggendo in una gara che ha dell’incredibile il tedesco Benjamin Boos, migliorando il record italiano di categoria in 3’13”380.
Poi il titolo mondiale ai campionati che si sono svolti in Egitto, a Il Cairo, dal 30 agosto al 6 settembre. Sempre nell’inseguimento individuale, vince migliorando ancora il record italiano, in 3’12”351, a una media di 56,147 km/h, davanti a un altro tedesco, Jasper Schoeder. A coronamento di una straordinaria stagione anche il successo in sei corse su strada.
“A 10 anni – ci racconta Samuele Bonetto – iniziai a fare sport agonistico, nel nuoto, con la Veneto Banca Montenuoto, ottenendo qualche buon piazzamento a livello regionale. Poi, tra i 13 e i 14 anni, passai un brutto periodo. Cominciai a non mangiare più e diventai anoressico. Un giorno papà mi portò in bici sul Montello, mi innamorai subito del ciclismo. Mi disse che se volevo tornare a fare un giro in bicicletta avrei dovuto mangiare, e così iniziai a fare. Il ciclismo davvero mi ha salvato la vita”.
Poi il ciclismo agonistico arrivò quasi per caso: “Volevo iniziare a correre su strada – racconta Samuele – Un giorno, in un parcheggio ad Asolo, trovammo un’auto della Termopiave Valcavasia. Papà chiese se potevo andare a fare un provino, anche se ormai era fine stagione. L’annata successiva entrai a far parte della loro squadra Allievi. Ho fatto due anni alla Valcavasia, poi sono passato al Giorgione di Leopoldo Fogale, allenato da Beppe Parolisi. Infine, questo, è stato un anno favoloso, ed è arrivata la convocazione in nazionale”.
“È stata un’emozione incredibile – prosegue Samuele – vedermi davanti allo specchio con la maglia azzurra. È un grande onore rappresentare il proprio Paese. Il prossimo anno passerò di categoria e correrò per la Zalf di Castelfranco, blasonatissima formazione sempre protagonista nelle gare under 23. Non sarà facile il salto di categoria ma cercherò di migliorarmi sempre più”.
Samuele Bonetto è un campione anche quando non è in sella alla bici, tanto da essersi iscritto all’università con un anno d’anticipo.
Il successo europeo, come anticipato, è tutto da raccontare e lo fa stesso protagonista: “Ero alla mia prima gara nell’inseguimento individuale e non avevo ben chiaro quali fossero le regole – racconta Samuele – Io stavo seguendo la tabella preparata dal tecnico Guido Bonello ma, ai 1500 metri e cioè a metà gara, il tedesco mi stava per raggiungere, era a pochissimi metri da me, ad appena 8 decimi. Non sapevo che se mi avesse superato avrei perso. Vedevo il tecnico e i miei compagni di squadra che si bracciavano e urlavano. Quando mancavano sei giri al traguardo ho aperto il gas e me lo sono levato dalla ruota. Poi il recupero e la vittoria. È stato incredibile. Di quell’esperienza ho fatto tesoro e il mondiale l’ho affrontato e gestito con maggiore esperienza”.
Samuele ha ancora tantissimi margini di crescita, soprattutto in un aspetto fondamentale come è la tecnica. È stato infatti calcolato che sui 3mila metri di una gara a inseguimento, il ciclista montebellunese, a causa di una tecnica ancora da affinare, percorre ben 80 metri in più rispetto agli altri corridori.
La serata del Panathlon dedicata alle due ruote non poteva che essere presentata dalla “voce del ciclismo” per eccellenza, Mario Guerretta: “Celebriamo le gesta di un ragazzo che incarna la vocazione del Panathlon e che ha glorificato la nostra città”, ha detto.
“Sono molto emozionata – ha poi aggiunto la presidente Eliana Poloni -, nel vedere, dopo tanto tempo di assenza forzata, così tanta gente che ci vuole bene, sono ancora frastornata ma ho tanta speranza. E da giovani come Samuele ne arriva tanta, come da tanti altri ragazzi che si sono distinti nel karate, nel nuoto e da tanti altri che, tra le oltre 70 società sportive montebellunesi, sapranno darci grandi emozioni e soddisfazioni”.
Alla serata erano presenti, tra gli altri, Sandro Cecchin, presidente del Comitato regionale Fci, Mario Penariol, della struttura tecnica regionale, Leopoldo Fogale, presidente dell’Uc Giorgione, Tiziano Pastro, tecnico della Termopiave Valcavasia e il meccanico Giorgio Tonello.
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