Aver conosciuto personalmente i migliori giocatori di calcio del mondo ed essere stato per tanti anni una stella di questo sport non ha fatto perdere ad Aldo “Tonino” Serena, ex calciatore professionista e noto commentatore sportivo, il contatto con la sua Montebelluna e con le comunità trevigiane che ha frequentato nella prima parte della sua vita.
La presentazione del suo libro “I miei colpi di testa”, andata in scena giovedì 20 ottobre nella palestra Fitness Faktory di Trevignano, è stata l’occasione perfetta per ricordare tanti piccoli aneddoti delle sue prime esperienze correndo dietro ad un pallone.
Indimenticabile il ricordo del difensore di una squadra del Montello, un certo Romeo Campagnola, che a 17 anni lo aveva messo in seria difficoltà fin dall’inizio di una partita contro di lui.
Serena è uno dei sei calciatori italiani ad aver vinto il campionato con tre società diverse, Juventus, Inter e Milan, e a detenere il primato di aver giocato i derby di Milano e di Torino con tutte e quattro le maglie.
Nato calcisticamente nel Montebelluna, nel 1978 ha esordito in Serie A con l’Inter contro la Lazio, segnando il suo primo goal.
Dopo l’Inter, è “sceso” in Serie B prima con il Como e poi con il Bari, ritornando in seguito nell’Inter nel 1981.
L’anno successivo è andato al Milan, poi di nuovo all’Inter, nel 1984 è passato al Torino e nel 1985 è approdato nella Juventus di Boniperti.
In area di rigore, grazie alla sua agilità e alla precisione dei suoi colpi di testa, molte volte ha fatto la differenza.
Tre scudetti vinti con tre squadre diverse, la convocazione in Nazionale e tanti goal segnati, molti dei quali contro ex squadre.
Vero e proprio bomber di razza, devastante nel gioco aereo e potente nella conclusione, soprattutto di sinistro, è stato spesso uomo derby.
Conclusa la sua carriera di giocatore nel 1993, ha vestito poi i panni del telecronista per Mediaset.
Grazie al libro “I miei colpi di testa” Serena si racconta per la prima volta, senza limitarsi a ricordare i goal e le partite più significative, ma conducendo il lettore all’interno di un mondo che ha fatto suo, dentro e fuori dal campo.
“Quando Baldini+Castoldi mi hanno detto se avevo intenzione di fare un’autobiografia ci ho pensato un po’ – spiega Serena – Franco Vanni, che mi aveva parlato, mi ha corteggiato ancora per un po’ di mesi e io volevo trovare delle motivazioni forti per scrivere questo libro. Mettere le emozioni di un ragazzo di provincia che è andato a vivere una vita che non avrebbe mai pensato di vivere in un mondo diverso da quello odierno, con valori molto distanti ma che possono essere attuali anche ora”.
“Lo sport dà ai giovani l’opportunità di stare con gli altri – continua -, di socializzare, di crescere insieme scambiando delle esperienze non solo sotto il profilo sportivo ma anche sotto quello interiore e umano. Credo sia una delle cose più sane e intense che si possano fare. Io ho fatto sette anni nell’Inter, che è la squadra che tifavo da piccolo, però ho dovuto forzatamente ogni volta spogliarmi di quelle vesti per metterne delle altre. Soprattutto ho cercato di trovare un contatto con la storia e con la vita dei vari club nei quali ho giocato e che sono tutti parte di me”.
Durante la presentazione di Trevignano si è parlato del rigore sbagliato nelle semifinali dei Mondiali del 1990 contro l’Argentina, della personalità di Socrates (centrocampista brasiliano, che giocò anche nella Fiorentina, che si preoccupò della salute della testa di Serena perché eseguiva troppi colpi di testa) e del rapporto con l’“Avvocato” Agnelli.
Serena ha espresso il suo rammarico legato al fatto che avrebbe potuto vincere lo scudetto con 4 maglie diverse ma purtroppo il suo Torino arrivò secondo dietro il Verona nella stagione 1984-1985.
Non poteva mancare il ricordo di Van Basten, Michel Platini, dell’allenatore Luigi Radice, detto Gigi, e di tanti altri giocatori che hanno fatto la storia del calcio italiano e non solo.
Tanti gli aneddoti legati al rapporto con gli arbitri e alla sua esperienza da commentatore sportivo, molto apprezzato e seguito anche nell’Alta Marca Trevigiana.
L’intero incasso delle vendite del libro “I miei colpi di testa” sarà devoluto in beneficienza all’Istituto Nazionale Tumori (https://www.istitutotumori.mi.it/mission-vision-e-valori).
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