Indagato per traffico di droga, i Carabinieri gli sequestrano il computer: finisce a processo con l’accusa di detenzione di files pedopornografici

Nel suo computer c’erano varie immagini pedopornografiche. Con questa motivazione un 50enne di Montebelluna è finito a processo con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico.

L’uomo era finito nei guai per una storia di droga: indagato per traffico di stupefacenti, nel 2017 si era visto arrivare a casa i Carabinieri per una perquisizione.

Tra gli oggetti sequestrati nell’abitazione c’era stato anche il computer che era stato sottoposto ad accertamenti allo scopo di individuare eventuali prove dello smercio di droga. All’interno, però, gli inquirenti avrebbero trovato altro, e cioè varie cartelle di immagini dall’inequivocabile contenuto pedopornografico. Scatti di bambini e ragazzi nudi, in atteggiamenti e situazioni sessuali che sarebbero state scaricate sul pc tramite il software peer to peer “eMule”.

Per questo l’uomo è finito alla sbarra nel processo che si è appena aperto in Tribunale a Treviso. Il 50enne montebellunese, difeso dall’avvocato Luca Dorella, respinge però le accuse: “Non ho mai scaricato quelle immagini”.

La difesa è intenzionata a dimostrare che il download dei file sarebbe avvenuto in modo automatico dal software senza che l’imputato se ne rendesse conto. A stabilirlo sarà una perizia tecnica.

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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