È stata installata in centro a Montebelluna, in piazza Dall’Armi, una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Un gesto simbolico ma ricco di significati, che sottolinea la posizione dell’amministrazione comunale montebellunese che, in più occasioni, anche in passato, con iniziative di vario genere, ha voluto esprimere.
La piccola cerimonia, avvenuta nella piazza principale senza pubblico per evitare assembramento, ha visto la presenza del sindaco Elzo Severin, di una rappresentanza del consiglio comunale, e dell’assessore Antonio Romeo che ha letto i nomi della sessanta donne morte nel corso del 2020.
“Ricordo che solo lo scorso anno nell’Ulss 2 si sono avuti 700 accessi in codice rosa – dichiara Severin -, cioè di donne che si sono rivolte alle cure ospedaliere per violenza di genere, e circa 250 solo nel distretto di Asolo. È un dato preoccupante, indicativo di un fenomeno che, purtroppo, non si arresta. Gli strumenti per prevenirlo sono, innanzitutto, nella cultura rivolta ad entrambi i generi fin dalla tenera età. Educare alla non violenza è il primo passo per far crescere generazioni di futuri uomini e donne che convivono nel rispetto delle diversità reciproche. In questo, un ruolo importante è ricoperto non solo dai genitori e dalla famiglia, ma anche dalle scuole e dalle istituzioni, che hanno il dovere di promuovere una cultura del rispetto e della consapevolezza”.
Un’altra panchina, rossa e arcobaleno, rappresentante anche la violenza di genere, realizzata dalla scuola Papa Giovanni in collaborazione con il Lions di Montebelluna, è stata posta di fronte alla sede della Biblioteca civica.
“Non dovrebbe esistere una giornata come questa in una società civile – ha detto Debora Varaschin, assessore alla cultura – Vittime assurde di persone che in teoria dovevano voler bene. La panchina realizzata dagli studenti sarà successivamente spostata in altri due luoghi della cultura, il MeVe e il Museo Civico”.
(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: Comune di Montebelluna).
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