Aveva soltanto 16 anni il montebellunese Giovanni Pinetta ed era appena arrivato al fronte sul Col di Lana, nel 1916. Lì trovò la morte e la sua salma riposa nel Sacrario Militare di Livinallongo.
L’assessore Maria Bortoletto, del Comune di Montebelluna, insieme ad alcuni rappresentanti della Protezione civile, tra cui il responsabile montebellunese Antonio Netto, gli hanno reso omaggio, in occasione della commemorazione del Milite Ignoto.
“Una bella e partecipata cerimonia durante la quale insieme alla Protezione civile abbiamo deposto una pianta e recitato una preghiera in ricordo del nostro giovane concittadino Giovanni Pinetta, caduto durante la Grande Guerra – racconta Bortoletto – Il Sacrario Militare di Pian di Salesei è dislocato nel piccolo comune dolomitico di Livinallongo al Col di Lana, in provincia di Belluno, uno dei tanti centri abitati distrutti durante la Grande Guerra”.
“Amministrato dall’Impero austro-ungarico, nell’estate del 1915 Livinnalongo – spiega l’assessore – si ritrovò in prima linea e la montagna che si erge alle sue spalle, il Col di Lana, si trasformò in una delle cime più contese dell’intero conflitto. Proprio qui, nell’aprile 1916, si registrò lo scoppio di una gigantesca mina italiana nel tentativo di liberare la strada verso il cuore dell’Alto Adige e del Trentino”.
A Livinallongo venne disposta la costruzione di un Sacrario al posto del già esistente cimitero militare del Pian di Salesei, nato nel 1922. Oltre ai caduti presenti, vennero traslate anche le spoglie di tutti i soldati seppelliti nei piccoli camposanti dolomitici sul Col di Lana e sulla Marmolada.
Il progetto fu affidato all’architetto Giovanni Greppi e allo scultore Giannino Castiglioni che crearono un’opera diversa e originale rispetto agli altri Sacrari.
Anziché essere una monumentale costruzione, visibile anche a distanza, il Sacrario di Pian di Salesei è formato da una muratura aperta che ospita i loculi dei 685 caduti noti (tra cui 19 austro-ungarici). Ogni loculo, come a Redipuglia, è accompagnato dalla scritta Presente, oltre alle generalità e al ruolo ricoperto dal defunto nell’Esercito.
La lunga muratura forma il disegno di una gigantesca croce che è possibile individuare solamente se ci si trova in una posizione più alta rispetto al Sacrario. Alla fine del percorso si incontra una cappella, unica testimonianza del vecchio cimitero del 1922.
Qui si trovano le formelle di una Via Crucis e la tomba che raccoglie le spoglie dei militari rimasti senza nome. Infine, lungo il viale di accesso al Sacrario, si può notare la presenza di 14 cippi che recano il nome di altrettanti campi di battaglia nelle vicinanze.
(Foto: Maria Bortoletto).
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