La cultura entra in Banca d’Italia con la nomina di Renata Codello nel Cda della Banca Centrale Italiana

 

Mai prima d’ora era stato nominato un consigliere superiore della Banca d’Italia che non fosse un economista. Ci è riuscita Renata Codello, nata e cresciuta a Valdobbiadene, ora residente a Venezia, che dal giugno scorso siede, in rappresentanza di Veneto e Trentino Alto Adige, nel consiglio d’amministrazione della banca centrale della Repubblica Italiana, parte integrante dell’Eurosistema composto dalle banche centrali nazionali dell’area dell’euro e dalla Banca centrale europea. 

Ieri sera, mercoledì 23 settembre, è stata ospite dell’interclub rotariano Montebelluna (presidente Silvano Fumei), Asolo-Pedemontana del Grappa (presidente Laura Zanatta) e Castelfranco-Asolo (presidente Sergio Zanellato, incoming Danila Dal Pos).

Nel salone del ristorante Celeste, a Volpago del Montello, ha parlato del ruolo che Banca d’Italia (e Bce) ha avuto e avrà in questo difficile momento per l’economia, a causa dell’emergenza sanitaria.

Renata Codello è stata funzionario architetto della Soprintendenza di Venezia dal 1993; Soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici di Venezia e laguna dal 2006 al 2014; Soprintendente per le Belle arti e il paesaggio di Roma nel 2015, ed è attualmente direttore del Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per il Veneto. È iscritta, dal 2013, al Riba – Royal Institute of British Architects di Londra e all’ARB – Ordine degli Architetti del Regno Unito di Gran Bretagna.

A Venezia ha restaurato tutte le opere di Carlo Scarpa: aula Manlio Capitolo del Tribunale, ponte della Fondazione Querini Stampalia, monumento alla Partigiana ai Giardini, biglietteria della Biennale e negozio Olivetti in Piazza San Marco.

Ha redatto il progetto preliminare e diretto i lavori per la nuova sede dell’Accademia di Belle Arti nel complesso cinquecentesco degli Incurabili alle Zattere, concluso nel 2004. Ha progettato con l’architetto Tobia Scarpa e diretto i lavori per l’ampliamento del Museo nazionale delle Gallerie dell’Accademia, concluso nel 2014, ha seguito i lavori di Renzo Piano per lo spazio espositivo della Fondazione Annabianca ed Emilio Vedova e collaborato al progetto del Fondaco dei Tedeschi con Rem Koolhaas, concluso nel settembre del 2016. Sempre nel 2016 ha collaudato i lavori di restauro del Colosseo e realizzato i lavori di apertura al pubblico al complesso del Quirinale a Roma nel 2016.

“Viviamo in una terra di eccellenza – ha detto la Codello parlando del Veneto e, in particolare, della sua Valdobbiadene e dell’area del Montello -. Dobbiamo essere più coraggiosi e far emergere le nostre straordinarie peculiarità. Per la prima volta nella storia nella Banca centrale italiana c’è una persona che si occupa di cultura, c’è voluto il Covid perché ci si rendesse conto della necessità“.

I dati di Banca d’Italia dicono che, a causa dell’emergenza sanitaria, c’è stato un calo della produzione del 5,3%. Secondo i dati di metà luglio il Pil è calato del 9,5% che si prevede di recuperare per il 4,8% nel 2021 e per il 2,4 nel 2022, data in cui si prevede anche che i prezzi torneranno lentamente a salire. Ma tutto questo sconvolgimento non è stato poi così drammatico e i dati sui consumi energetici in aumento stanno a significare che la ripresa è già iniziata.

“Gli interventi delle banche centrali con le loro politiche economiche – ha sottolineato la dottoressa Renata Codello – hanno contrastato le tensioni sui mercati finanziari. La Bce, e tutto il suo sistema di cui fa anche parte Banca d’Italia, ha agito rapidamente, molto più velocemente di quanto non abbia fatto il sistema politico. Un dato significativo è l’aumento all’11,5% dell’erogazione di prestiti alle imprese nello scorso maggio. L’emergenza sanitaria ci ha fatto poi scoprire lo smart working, il lavoro da casa, che ha pregi come un consistente risparmio di costi per le imprese, ma anche diversi aspetti negativi. Se non vengono rispettate una serie di condizioni, il lavoro a casa può trasformarsi in un inferno per il lavoratore”.

Smart working sì, ma a piccole dosi, è la ricetta che emerge dai sondaggi e dagli studi effettuati da Banca d’Italia, che riconosce la necessità di mantenere relazioni interpersonali e la presenza diretta del lavoratore, che nel settore dell’industria è imprescindibile ma anche in quello dei servizi resta indispensabile.

 

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Related Posts