La doppia vita di Giobatta Bianchini: da portiere professionista di calcio a 5 a “Talent scout” per la Roma

Nella redazione di Qdp – Il Quotidiano del Piave – è venuto a trovarci Giobatta Bianchini, montebellunese di 25 anni, giocatore professionista di calcio a 5 di ruolo portiere e coordinatore/direttore tecnico nei Roma camp in tutta Europa.

Fin da piccolo cresciuto nelle giovanili della Marca Futsal, Giobatta è approdato nella prima squadra in serie A1 nel 2011, come secondo portiere.

Qualche anno dopo, il giovane montebellunese ha deciso di iniziare la nuova avventura in Australia, più precisamente a Melbourne, dove ha difeso i colori del Pascoe Vale Futsal Club, miglior squadra australiana a livello di futsal per poi, dopo due anni, fare una breve esperienza in Giappone, a Tokyo, per un club della massima divisione nipponica: lo Shonan Bellmare.

Dopo alcune esperienze in vari club italiani come il Policoro e a Genova, da due anni Giobatta gioca stabilmente nell’Hertha Berlino, squadra militante nella serie A tedesca di futsal.

Il giovane ci ha parlato di come è nata l’occasione di entrare a far parte di una società prestigiosa a livello mondiale come la Roma.

“In questi ultimi due anni, grazie al futsal ho avuto l’opportunità di entrare nel mondo dell’As Roma camp, presente a Berlino da poco tempo e grazie a varie conoscenze calcistiche, allenatori e staff nel mondo dello sport, ho avuto la possibilità di entrare in contatto con l’agenzia che si occupa di organizzare per il club romano tutti i Roma camp in europa”.

Quali sono i tuoi obiettivi per questo nuovo anno sia a livello calcistico sia “dirigenziale”?

“A livello sportivo mi auguro di continuare a giocare anche se ho avuto un pò di infortuni più o meno gravi in queste ultime stagioni, quindi avere un pò più di continuità dal punto di vista atletico”.

“Per quanto riguarda il mondo Roma – prosegue – come direttore tecnico/allenatore il mio sogno sarebbe quello di portare a tutti i bambini, soprattutto nei paesi in via di sviluppo dove ho avuto l’opportunità di andare come Ucraina e Grecia per citarne alcuni, che non hanno occasione di potersi allenare con allenatori professionisti o in una squadra del calibro della Roma, il sogno del calcio professionistico, o per lo meno un pò di felicità e innovazione nelle loro vite e dare appunto la possibilità a bambini meno fortunati di provare a giocare per un club importante, di mettersi in mostra e imparare qualcosa di nuovo”.

Tornando a parlare del futsal, è possibile che un giorno il calcio a 5 possa raggiungere la notorietà del calcio a 11?

“Se parliamo di popolarità, il futsal parte svantaggiato, soprattutto dal punto di vista delle strutture e del business. Ci sono più interessi economici, più sponsor e visibilità dal punto di vista televisivo. Una delle mie speranze sarebbe quella che il mondo del calcio andasse ad apprendere i principi tecnici del calcio a 5”.

“Che quindi – sottolinea – si inizi nelle scuole calcio di tutto il mondo e, spero dunque anche in Italia, a conoscere e imparare le parti utili e intelligenti che il futsal può offrire al mondo del calcio, per esempio sia a livello di squadra che individuale, dunque correzioni tecniche e collettive o anche semplicemente nella strutturazione dell’allenamento come avviene per altri sport, ad esempio: la pallavolo e il beach volley”.

Si possono trasmettere i principi tecnici del futsal quindi anche ai ragazzi dei camp in giro per l’Europa?

“Certamente, magari in maniera un pò piu velata, nei camp stiamo provando a inserire delle basi tecniche che ho avuto la possibilità di imparare nel futsal, e trasmetterla ai ragazzi del calcio a 11. I bambini fino ai 9,10 anni, e a seconda dei paesi, giocano a 5, 7 o anche a 9, quindi i principi sono molto simili seppur con pallone, rettangolo di gioco e regole diverse”.

(Fonte: Luca Collatuzzo © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook – Giobatta Bianchini).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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