Luciano Scapinello da 60 anni al servizio dei Comuni del territorio: una memoria storica della Tradotta e del Consorzio Bosco Montello

Luciano Scapinello, da Montebelluna, è la memoria storica della pista ciclopedonale La Tradotta, che unisce Montebelluna con Nervesa della Battaglia.

Luciano oggi ha 83 ed è in pensione, ma per 60 anni ha svolto servizio nella pubblica amministrazione, come revisore dei conti e consulente di vari Comuni della zona. Ha lavorato quindi a stretto contatto con il Consorzio Bosco Montello, seguendo ogni particolare dell’iter per la realizzazione della Tradotta e per la gestione del podere con annesso vigneto di proprietà del Consorzio.

“Il Consorzio – dice Luciano Scapinello – non è affatto un carrozzone, come molti inizialmente hanno pensato. Attraverso il vigneto, anzi, è diventato un ente che ha avuto forti utili. Il merito di aver pensato a recuperare la linea ferroviaria detta La Tradotta va al vecchio presidente del Consorzio, Aldo Susan. Ci sono voluti poi 12 anni per realizzare la pista ciclopedonale, ma inizialmente l’idea di alcuni sindaci dei cinque Comuni del Consorzio era quella di realizzare una circonvallazione stradale che sollevasse dal traffico la zona compresa proprio tra Montebelluna e Nervesa. Fortunatamente qualcuno si è opposto, sottolineando come la Superstrada Pedemontana, quando realizzata, avrebbe assolto a tale scopo”.

Il Consorzio Bosco Montello riunisce i Comuni di Montebelluna, Crocetta del Montello, Volpago del Montello, Giavera del Montello e Nervesa della Battaglia. È stato costituito negli anni Trenta del secolo scorso, con il preciso scopo di valorizzare il Montello e i territori che lo compongono.

Con il Consorzio, Luciano Scapinello ha lavorato per 45 anni: “Il miglior presidente? Sicuramente Diego Gobbato – afferma Scapinello – Sue sono state le intuizioni che oggi hanno portato ai risultati che osserviamo, dalla Tradotta al vigneto, ma è stato uno che non ha raccolto i frutti del suo lavoro che invece hanno premiato i suoi successori. Come avveniva un tempo, bastava ottenere piccoli finanziamenti per poi richiederne altri a completamento delle opere più onerose. Fu così che l’allora vicesindaco Gobbato, con la giunta di Roberto Toffoletto, ottenne un finanziamento di 780mila euro. Da lì partì tutto. Peccato che allora il Consorzio non avesse disponibilità finanziarie come ha oggi. Partecipai a un incontro a Gorizia con francesi e belgi. Si voleva inserire il Montello in un circuito turistico europeo, ma non c’erano le poche migliaia di euro necessarie per aderire al progetto”.

Il Consorzio Bosco Montello, a un certo momento, è diventato “ricco”. “Fu proprio Gobbato a capire che era ora di mettere mano al vecchio accordo sul podere con annesso fabbricato. Gli accordi – racconta Scapinello – erano che l’assegnatario, Pagnan, avrebbe sistemato l’immobile a sue spese nel corso del tempo, a fronte del pagamento di un canone di soli 30mila euro e al diritto di monetizzare i raccolti dei vigneti annessi. I lavori di ristrutturazione non sono mai partiti e iniziò una lunga battaglia legale finita con la rescissione del contratto. L’unica parte ristrutturata è quella che utilizza l’associazione degli apicoltori“.

“Il primo bando per l’utilizzo del vigneto fu aggiudicato a 185mila euro – prosegue – ma il record ottenuto nell’asta è stato di 260mila euro. Tanti soldi che hanno consentito al Consorzio di mettere in campo molti investimenti. Tuttavia il contratto veniva rinnovato ogni anno, con la conseguenza che nessuno faceva investimenti per il mantenimento del vigneto. La soluzione più giusta è stata quella attuale, e cioè di assegnare il vigneto per 5 anni. La gara è stata vinta dalla Giusti Wine che ha offerto 140mila euro all’anno”.

L’ultimo atto seguito da Luciano Scapinello, andato in pensione nel 1986 ma fino al 2017 ancora consulente per la pubblica amministrazione, è stato proprio l’atto di acquisto della Tradotta, il 29 settembre del 2017: il giorno dopo dava le dimissioni.

“Un vero plauso – sottolinea invece l’ex presidente del Consorzio, Diego Gobbato – va al Comune di Crocetta del Montello che ha sempre versato i suoi contributi utilizzati anche per quella Tradotta che, tuttavia, praticamente non utilizza. Il progetto iniziale mirava a salvare tutti gli alberi di alto fusto, ma poi le cose sono andate diversamente. Inoltre, fin dall’inizio si era pensato di dotare il tracciato di indicazioni di bar e trattorie, anche perché lungo tutto il percorso non ci sono servizi igienici”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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