Una generazione in bilico tra curiosità e indecisione, più interessata a fare un lavoro che piace che ricevere uno stipendio elevato: è lo spaccato emerso durante l’incontro che di recente ha concluso la seconda fase della prima sperimentazione di Match Point, la progettualità spin off di Progetto Radar, concepita come sfida per favorire il dialogo tra i giovani e le aziende del territorio montebellunese e creare nuove strategie di incrocio domanda/offerta.
Un progetto pensato ad hoc su input del tavolo di lavoro Politiche giovanili dei 10 Comuni dell’Area Montebellunese (Altivole, Cornuda, Crocetta del Montello, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Pederobba, Trevignano, Volpago del Montello), assieme alle imprese, con il coordinamento della Cooperativa La Esse e a cui hanno aderito nel luglio 2021 anche le associazioni di categoria del territorio (Cia, Coldiretti, ConfAgricoltura, Cna, Confartigianato, Ascom).
Al centro dell’incontro a Casa Roncato, sede dei Servizi Sociali di Montebelluna, i risultati del questionario “Ci possiamo costruire un futuro nel mercato del lavoro?” che ha coinvolto i giovani delle scuole superiori, esplorando le loro percezioni, emozioni e aspettative rispetto al futuro lavorativo. Risultati che sono stati presentati alle imprese del territorio presenti proprio per cominciare a dare voce a chi sta entrando nel mondo del lavoro o dovrà fare scelte importanti per il proprio futuro.
Questionario
Sono stati somministrati e compilati 392 questionari (in presenza, attraverso compilazione
online), ciascuno composto da 30 items (per lo più a risposta chiusa). Sono state coinvolte 22 classi quinte dell’Einaudi Scarpa e del Veronese, durante l’orario scolastico. Ne è uscito un campione estremamente interessante: equilibrato sia nel genere che negli indirizzi di chi lo ha compilato (dai licei, al professionale), centrato principalmente su una platea di diciottenni (78,6%), per il 66% residenti nei Comuni dell’Area Montebellunese.
Risultati principali
Dai dati emerge un panorama articolato, che racconta i sentimenti e le preoccupazioni di una generazione in bilico tra curiosità e indecisione.
Il primo dato significativo, riferito al futuro, è che il 38% pensa di lavorare e studiare, solo il
22% studierà e basta. L’11% non ha ancora deciso, mentre il 21% lavorerà.
Rispetto alle fonti di informazioni in tema lavoro, stravince il passaparola (84%) con amici, parenti e conoscenti, mentre il 50% si informa nel web e nei social (in particolare Linkedin, Tik tok, Facebook, Instagram).
“Siamo riusciti, grazie all’aiuto dell’equipe politica e degli enti di categoria coinvolti, ad organizzare un momento dedicato alle aziende, guardando però cosa conta per i giovani. Abbiamo quindi stimolato le aziende a ripensare le proprie strategie. Che piaccia o no, per riuscire a dare continuità al nostro modello d’impresa locale, anche le aziende si devono mettere in discussione: i problemi occupazionali sono già molto attuali. Come ha suggerito una partecipante, dobbiamo cambiare occhiali, per guardare e imparare a conoscere le persone, dato che siamo dentro ad un cambiamento epocale e non possiamo tirarcene fuori. La strada (e la sfida) da prendere è questa” precisa Alessandro Tonello, coordinatore del progetto per la cooperativa La Esse.
Rispetto, invece, all’ingresso nel mondo del lavoro:
· Curiosità (80,1%) e stimolo (75,3%) prevalgono, ma persistono ansia (48,7%) e paura (48%) riguardo al futuro.
· Disorientamento (51,3%) e bisogno di supporto (58,2%) sono invece i segnali evidenti di un’esigenza di maggiore guida e orientamento.
Quanto ai valori significativi per le loro aspettative, questi i risultati: fare un lavoro che mi piace, in linea coi miei interessa (72%), Avere orari di lavoro che mi permettono di avere tempo libero per le mie passioni (52%), Fare carriera (41%), Imparare cose nuove e crescere professionalmente (39%). Solo quinto, ricevere uno stipendio elevato (38%), creare una azienda o aprire partita iva (18%).
La voce dei giovani: cosa manca e cosa desiderano
Tra i feedback raccolti, emergono richieste precise per rafforzare il legame tra scuola e mondo del lavoro:
- Maggiore attenzione all’alternanza scuola-lavoro, anche per studenti liceali.
- Maggiore informazione su tipologie di contratti, benefit aziendali e parametri retributivi.
- Percorsi di orientamento personalizzati, con focus su stesura di CV, colloqui e strategie di ricerca del lavoro.
- Interesse crescente verso opportunità di lavoro all’estero e crescita personale.
- Possibilità di condividere in gruppo, le storie e i percorsi professionali di altri giovani.
Il punto di vista delle imprese
Dall’altro lato, il confronto con le aziende presenti, ha permesso di portare alla luce individuati alcuni nodi critici che rallentano l’inserimento dei giovani nelle imprese:
- Normative di sicurezza che spesso limitano la possibilità per i ragazzi di sperimentare ruoli operativi, rendendo difficile accendere in loro la passione per il mestiere.
- Vincoli amministrativi e fiscali che rendono poco agevole creare occasioni di scambio tra domanda e offerta.
- Relazione Scuola-Azienda: il sistema PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) rappresenta un punto di partenza, ma necessita di maggiore cura e sviluppo.
- Riuscire a trovare soluzioni (anche come sistemi di piccole imprese), rompendo gli schemi che fino a qualche anno fa hanno retto.
“I risultati del questionario rappresentano un invito per le istituzioni, le scuole e le aziende del territorio a collaborare per costruire percorsi di supporto efficaci. Un invito che stiamo cercando di raccogliere proprio con iniziative come queste in cui istituzioni, scuola a e associazioni di categorie si facciano da tramite tra giovani e aziende del territorio spesso, a loro volta, disorientate nel comprendere le dinamiche e le aspettative di chi è alla ricerca di una occupazione. – commenta l’assessore alle Politiche giovanili di Montebelluna, Comune capofila dell’Area, Andrea Marin – Il confronto con le imprese del territorio ha permesso di gettare le basi per sinergie future per concretizzare progetti per favorire lo scambio di competenze e la formazione sul campo e l’utilizzo di strumenti digitali come LinkedIn, per favorire il dialogo tra giovani e aziende”.
“Lo studio realizzato da La Esse fornisce una fotografia chiara delle sfide che dobbiamo affrontare per allineare chi cerca (giovani) e chi offre lavoro (aziende), con nuovi equilibri che tutelino entrambe le parti in gioco. La strada tracciata da Match Point è quella giusta perché mette in comunicazione i giovani con la scuola ed il tessuto produttivo locale, creando una rete virtuosa. – aggiunge il sindaco di Montebelluna, Adalberto Bordin – Pur consapevoli che le dinamiche lavorative spesso sfuggono al controllo delle realtà locali, il nostro obiettivo è quello di cercare di costruire un territorio attrattivo e accogliente per le nuove generazioni, dove la formazione, il lavoro e le passioni possano intrecciarsi in modo positivo e proattivo”.
(Autore: redazione Qdpnews.it)
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