Due importanti eventi online, a Montebelluna, per celebrare la Giornata della Memoria.
Uno è promosso dal Comune di Montebelluna e ricorda la vicenda sportiva del pugile Rukeli, l’altro dal Liceo Levi di Montebelluna e presenta il lavoro di approfondimento “a distanza” degli studenti, mediante una trasmissione radiofonica dedicata a Nedo Fiano, uno dei più importanti testimoni della Shoah e un filmato sui campi di concentramento nel Veneto.
L’evento proposto dall’amministrazione comunale si intitola “9841/Rukeli” ed è dedicato alla storia del pugile tedesco di origine sinti Johann Trollmann detto Rukeli.
Lo spettacolo di Gianmarco Busetto, a cura dell’Associazione Culturale Farmacia Zoo è diretto dallo stesso Busetto ed Enrico Tavella. Sarà visibile online, alle 21 di oggi, mercoledì 27 gennaio, sul canale Vimeo del Comune di Montebelluna (per info contattare l’Ufficio cultura: 0423 617423).
La vita di Rukeli, considerato dagli esperti uno dei più grandi boxer di tutti i tempi, precursore del moderno modo di fare boxe, non può prescindere da quella umana. La sua storia, pur con tutto il carico di dolore, di discriminazione e d’ingiustizia, resta una delle più affascinanti (e delle meno raccontate) del periodo storico che vide imperversare, in tutta Europa, la piaga del Nazismo.
La memoria – commenta l’assessore alla Cultura, Debora Varaschin – è qualche cosa che può svanire se non si coltiva costantemente, soprattutto quando sono episodi tragici quelli che caratterizzano la storia di uno straordinario personaggio come Rukeli. Storia, fatti, persone e luoghi hanno fatto del periodo nazista un momento tragico che mai deve essere dimenticato, ma al contrario deve essere costantemente riportato alla memoria per far in modo che fatti come quelli accaduti non possano ripetersi. Purtroppo, sempre più spesso veniamo a conoscenza di fatti di recrudescenza verso non solo il popolo ebraico, ma verso minoranze etniche e religiose in una escalation di atti brutali e spesso vigliacchi che fanno capire come l’essere umano non abbia imparato nulla, o poco, dal proprio passato”.
In occasione della Giornata della Memoria l’Istituto di Istruzione Superiore “Primo Levi” propone ogni anno uno spettacolo teatrale realizzato dagli studenti, frutto di un lavoro di ricerca a conclusione di un percorso di approfondimento.
Gli studenti e le docenti referenti del progetto, professoresse Claudia Minchillo e Rossella Zanni, si sono incontrati “a distanza”, hanno ricercato e rielaborato materiali, mettendosi in gioco anche con esecuzioni musicali, canore e con la danza, riflettendo sul tema della Shoah.
Attraverso le toccanti testimonianze, presenti nelle numerose interviste e nel libro “A5405. Il coraggio di vivere”, gli studenti hanno voluto far conoscere la figura di Nedo Fiano e il valore della sua testimonianza, ripercorrendo i passaggi più significativi della sua esistenza, dall’adolescenza serena a Firenze, attraverso i cambiamenti subiti a causa dell’emanazione delle leggi razziali, all’incarceramento nei carcere delle Murate e nel campo di Fossoli, alla deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz e Buchenwald, al coraggio di voler vivere e ricordare, perché “il nostro passato è, in qualche maniera, memoria del futuro” (N. Fiano). Gli studenti hanno voluto tracciare anche un breve ritratto delle figure significative nella vita di Fiano, la mamma e il nonno, e riprendere anche alcune parole dei figli.
Dal 1930 al 1945 sono nate numerosissime strutture detentive che non ospitavano solo ebrei, ma anche altri categorie di prigionieri, soprattutto slavi. E sì, anche in Veneto. Ma quanti veneti sanno che qui ci furono dei campi di concentramento? Pochi, pochissimi; principalmente alcuni studiosi di storia locale. Nessun manuale parla delle nostre “Auschwitz”: ricavato nella caserma Cadorin a Monigo, un quartiere di Treviso, in qualche caso nessuno degli anziani contattati da ricercatori, si ricorda di avere avuto “vicino a casa” il campo.
Molti hanno detto di non sapere si trattasse di un campo di concentramento, preferendo non esporsi. Tonezza del Cimone, Vo’ Euganeo, Chiesanuova, Montorio, Treviso: sono delle tranquille località del Veneto, che hanno in comune il fatto di avere ospitato dei campi di concentramento per ebrei (Tonezza ,Vo’ e Montorio), e per civili e slavi (Chiesanuova e Monigo di Treviso).
(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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