Montebelluna, condannato a un anno e mezzo il tunisino 68enne che picchiava per anni moglie e figlia “perchè inferiori”

Per anni avrebbe picchiato la compagna e la figlia adolescente e lo avrebbe fatto perché “inferiori in quanto donne”.

Per questo un tunisino di 68 anni di Montebelluna ha patteggiato ieri una pena di 1 anno e sei mesi di reclusione per maltrattamenti e lesioni, aggravati dal fatto che le violenze erano rivolte anche alla figlia minore e alla compagna quando era incinta.

Un vero e proprio incubo quello della donna, 51enne sua connazionale, iniziato secondo quanto ha denunciato, nel 1998 quando è iniziata la loro relazione.

Il compagno l’avrebbe costretta a subire un’escalation di violenza culminato nel luglio del 2020 quando avrebbe picchiato la compagna e la figlia facendole finire in ospedale.

A scatenare le botte, secondo il racconto della 51enne che si è costituita parte civile con l’avvocato Sabrina Favero, era stata la richiesta della figlia 17enne di uscire di casa, per pochi minuti, dopo un periodo di quarantena per il Covid-19.

L’uomo aveva risposto con le botte, strattonandola violentemente e poi accanendosi contro la moglie intervenuta per difenderla.

La donna sarebbe stata afferrata per il collo e stretta fino a quando aveva perso i sensi.

L’uomo era stato arrestato e la 51enne ha finalmente trovato il coraggio di denunciarlo facendolo finire sotto inchiesta e a processo.

Violenze che avrebbero avuto l’aggravante di essere state commesse per quelli che il pubblico ministero nel capo d’imputazione definisce futili motivi come: “l’asserita inferiorità del genere femminile”.

Secondo il 68enne la compagna e la figlia, in quanto donne, erano inferiori a lui, incapaci anche di eseguire le faccende domestiche come lui riteneva dovessero essere eseguite.

E poi le due donne dovevano sottostare alle sue regole e soprattutto ai suoi divieti. Ieri la sentenza.

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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