Nel centenario della sezione Ana di Treviso gli “Sgrafalopa”, i cantastorie del Montello, hanno dedicato una serata alla campagna di Russia con il noto spettacolo “Italianski Karashò”.
Un incontro che, sabato scorso, ha emozionato in maniera profonda i presenti con testimonianze e canzoni.
“Italianski Karaschò” era l’espressione che la popolazione russa ai tempi del secondo Conflitto mondiale utilizzava per definire gli “Italiani, brava gente”, in considerazione dei molti episodi di solidarietà che si crearono con i nostri soldati.
Il gruppo artistico degli Sgrafalopa, composto da 20 elementi tra lettori, coro, cantanti solisti e musicisti, ha così deciso di approfondire questa tematica con una rappresentazione vivida e sentita, strutturata su ricordi e letture. L’obiettivo dei cantastorie del Montello era quello di raccontare la memoria storica toccando le anime degli spettatori, approfondendo certo la tematica scelta ma usando suoni, voci e tonalità che coinvolgessero a tutto tondo.
“Il Corpo di spedizione italiano in Russia – racconta Mario Callegari, capogruppo, voce e autore dei testi degli Sgrafalopa -, rinominato poi Armata Italiana in Russia, partì con 220 mila soldati e ben 90 mila furono i nostri connazionali caduti, dispersi e vittime della prigionia che non tornarono. Numeri impressionanti che non devono essere dimenticati”.
La battaglia disperata sul fiume Don senza rifornimenti e per i superstiti il dramma del rientro verso casa in condizioni metereologiche terribili, la fame, la violenza sono fattori che hanno minato la vita di soldati mandati al fronte a combattere una guerra da molti ritenuta inutile.
E ancora, prosegue Callegari: “Hanno subito innumerevoli privazioni fisiche e morali, senza dimenticare il senso di abbandono da parte della loro patria, maledicendo chi li aveva mandati in quel mattatoio”.
La serata è stata un po’ movimentata a causa del maltempo che ha obbligato gli organizzatori a spostare l’intera attrezzatura dal parco di Villa Correr Pisani al teatro Binotto.
Presente anche l’assessore alla cultura, Debora Varaschin, che ha definito lo spettacolo toccante, notando qualche fazzoletto in sala.
“Vorrei ringraziare – conclude Callegari – lo staff dell’ufficio cultura, l’amministrazione comunale di Montebelluna, le rappresentanze dei vari gruppi alpini, soprattutto quello di Biadene che mi ha aiutato nella gestione logistica e al pubblico che ci ha rincuorato con la numerosa presenza”.
(Foto: per concessione degli Sgrafalopa).
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