Per la prima volta nella storia della Cisl un sindacalista proveniente dal settore bancario arriva ad assumere la carica di segretario provinciale Treviso-Belluno.
È la storia di Massimiliano Paglini (in foto), da Montebelluna, ex dipendente di Veneto Banca. Ha 52 anni, sposato con due figli, ha iniziato l’attività sindacale nel mondo del credito nel 1991 come delegato di base, per entrare nel 2008 in Veneto Banca.
Nel 2009 è stato eletto Segretario del Sindacato delle banche e delle assicurazioni della Cisl di Treviso e Segretario generale della First (ex Fiba) Cisl del Gruppo Veneto Banca, carica ricoperta fino al passaggio in Intesa San Paolo.
Dal 2015 fino al suo ingresso come organizzativo nella Segreteria della Cisl Belluno Treviso nel 2019, ha guidato come Segretario generale la First Cisl territoriale, il più grande sindacato italiano nel settore finanziario nato dalla fusione tra la Fiba e la Dircredito.
Accanto al segretario generale Paglini, nella segreteria troviamo Teresa Merotto (in foto), di Farra di Soligo, e Nicola Brancher.
Lo staff a supporto della segreteria è costituito da Edoardo Dorella (di Castelfranco Veneto, proveniente dalla segreteria regionale Fisascat, settore terziario e turismo), Rudy Roffarè, e Fabio Zuglian.
Cosa significa fare sindacato oggi?
“Vuol dire avere attenzione per la parte più debole della società – risponde il segretario generale Massimiliano Paglini -, vuol dire conservare i diritti e la tutela attraverso la contrattazione e restare strettamente vicini ai lavoratori e a coloro i quali il lavoro non ce l’hanno. Sembra una banalità, ma non è affatto così in un mondo globalizzato dove diventa sempre più difficoltoso difendere un lavoro sano e duraturo nel tempo”.
Con il tempo i sindacati, in generale, hanno aumentato i servizi ai propri iscritti, dedicando molto impegno, in particolare, ai servizi di natura fiscale. Non potrebeb rappresentare una “distrazione” verso le missioni, e mansioni, che dovrebbero essere proprie di un sindacato?
“È vero, il sindacato nel tempo ha enormemente aumentato l’offerta di servizi – dice – Ma, attraverso questi, passa una buona parte della tutela e dei diritti dei lavoratori, diventando di fatto una parte complementare dell’azione sindacale. Vengono offerti servizi essenziali che altrimenti il lavoratore non potrebbe permettersi. Immaginiamo, ad esempio, se il lavoratore avesse necessità di rivolgersi a un legale, senza questo tipo di servizio non se lo potrebbe permettere. Oppure il nostro Sicet che si occupa di tutelare gli inquilini”.
Siamo in un momento particolare, ma la pandemia ha solo acuito una crisi preesistente nel mondo del lavoro. Come vede il futuro?
“Non c’è più tempo da perdere, occorrono nuove politiche per il rilancio dell’economia. Se non si cambia rotta vedo un futuro fosco – rivela Massimiliano Paglini – Ci deve essere da parte di tutti gli attori in gioco un’assunzione di responsabilità per traghettare il Paese fuori da 15 anni di decrescita in cui, a differenza di altre nazioni, non siamo riusciti a recuperare il gap causato dalla grande crisi economica. Se tutti quanti non ci sediamo attorno a un tavolo per costruire il futuro e ricercare le soluzioni per il rilancio temo che si vada incontro a periodo ancora più difficile. La grande sfida è anche far emergere quella parte della società che oggi è senza speranza, occorre concentrarsi sull’inclusione sociale e sulla lotta alla povertà”.
“Occorre fare i conti – conclude Paglini – con una realtà globale improntata sulla delocalizzazione aziendale. È necessaria la flessibilità in ingresso, la legislazione in materia concordata con le parti sociali c’è, tuttavia sono mancati i percorsi coerenti per attuarla ed è mancato un rafforzamento della contrattazione collettiva. Sono invece nati centinaia di contratti pirata che di fatto hanno soltanto impoverito il lavoratore, anello cruciale e volano per un virtuoso sviluppo diffuso dell’economia”.
(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: Segreteria Cisl).
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