Una dozzina di punti di sutura, un grandissimo spavento e mille euro sottratti è il costo dell’aggressione che Mushtaq Sajawal, pakistano di 23 anni, ha subito martedì sera nella sua kebabberia in pieno centro a Montebelluna.
Erano circa le 21 e 30 quando Sajawal si apprestava a chiudere il locale, poco dopo aver servito quelli che sarebbero diventati i suoi aggressori, tre ragazzi di origine rom e probabilmente minorenni.
Dopo aver provato ad entrare in cassa e di fronte all’opposizione del titolare, i tre hanno cominciato ad inveire contro Sajawal, il quale ha concesso loro di non pagare il conto, purché si allontanassero.
La situazione però è degenerata ugualmente. “Ho visto che hanno cominciato a chiamare dal cellulare”, racconta il ragazzo che, dopo pochi minuti, si è trovato di fronte una ventina di persone.
“Non c’era nessuno in giro – continua -, loro hanno cominciato a picchiarmi in tanti, anche con le sedie, non ho visto più niente. Il mio collega ha avvertito i carabinieri, ma al loro arrivo i malviventi si erano già dileguati”.
Sajawal e il collega hanno poi avuto la lucidità di appuntarsi le targhe delle loro auto, già trasmesse alle forze dell’ordine questa mattina quando i due hanno sporto denuncia.
Il gruppo di malviventi frequentava spesso il locale e più di qualche volta si erano resi protagonisti di gesti incivili o intimidatori, ma non erano mai andati oltre le minacce.
“Chiedevano di non pagare, urlavano parolacce e rubavano lattine dai frigoriferi”, dice il 23enne pakistano che mai avrebbe pensato potessero però arrivare a tanto.
Mushtaq Sajawal è originario di una piccola cittadina nella regione di Punjab, in Pakistan.
Dopo gli studi in economia e commercio, purtroppo non completati, all’età di soli 18 anni, decise di lasciare tutto e partire per via di problemi familiari e alla ricerca di maggiori opportunità.
Arrivò così nel 2016 a Udine dove ottenne il permesso di soggiorno e cominciò subito a lavorare tra Treviso, Oderzo e Gorgo al Monticano, in una kebabberia prima e come operaio poi.
Da gennaio di quest’anno si è stabilito a Montebelluna, dove ha aperto “Kebab on fire”, in piazza J. Monnet e luogo del terribile episodio di violenza.
Sull’accaduto si è espresso anche il primo cittadino Elzo Severin: “Apprendo con dispiacere la notizia riguardo questo spiacevole fatto accaduto in città. E il dispiacere è tanto più grande perché i protagonisti sono ragazzi giovanissimi che, oltre a non pagare il dovuto, hanno operato violenza contro un altro giovane che stava facendo il proprio lavoro”.
“Non posso che esprimere la mia vicinanza al gestore dell’esercizio pubblico e condannare il comportamento di questi ragazzi che, mi auguro, saranno presto identificati. Posso comprendere – conclude il sindaco – le difficoltà e le privazioni che anche i giovani hanno dovuto patire in questo anno di limitazioni, ma questo non può mai giustificare atti violenti. Il rispetto per le persone e il loro lavoro non deve mai venire meno, l’aggressività non può essere il modo con cui relazionarsi agli altri”.
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