“Palio 2020? Noi siamo pronti, se ce ne daranno la possibilità lo faremo”. Il presidente dell’Ente Palio di Montebelluna, Nicola Palumbo, non usa mezze parole, l’evento montebellunese più atteso dell’anno potrà essere fermato soltanto da un divieto.
Monica Cella, braccio destro di Palumbo nell’organizzazione del Palio spiega: “Stiamo andando avanti in tutti gli iter burocratici per farci trovare pronti all’appuntamento. Stiamo ultimando tutte le richieste burocratiche e siamo anche in dirittura d’arrivo per tutto ciò che necessiti ad adattarci a eventuali protocolli, sia per le aree food, spettacoli e gara. Se avremo il via libera, dal 2 al 7 settembre il Palio si farà, immaginando anche ogni scenario possibile previsto nel dopo-coronavirus”.
Da 30 anni a questa parte la manifestazione montebellunese non ha mai conosciuto intoppi, neppure in momenti più critici: “Il 15 luglio incontreremo le contrade – preannuncia Nicola Palumbo – In quella data vedremo quale sarà la situazione e se ci sarà consentito di andare avanti. Siamo pronti ormai ad affrontare qualsiasi tipo di situazione che ci venga imposta per il post-Covid, sia per quanto riguarda la sicurezza dei volontari che per i fruitori. Certo sarebbe stato molto più facile cancellare tutto, come hanno fatto in tanti, ma noi abbiamo deciso di andare avanti“.
“Se avremo il semaforo verde, noi saremo pronti – prosegue -. Certo, il timore è che a fine luglio con qualche Dpcm da Roma ci dicano che non possiamo farlo, dopo aver lavorato tanto per la sua organizzazione, ma la passione che spinge noi organizzatori e tanti volontari ci ha fatto scegliere per la strada più difficile. Un altro timore è che proprio tra i volontari, se si dovesse saltare un anno, questa passione possa raffreddarsi, alcuni si potrebbero perdere e altri potrebbero perdere un po’ di quell’energia che li spinge a organizzare, per circa un mese l’anno, la loro vita in funzione del Palio”.
Tutto è dunque nelle mani del governo romano e da quali saranno i risultati della Fase2 nelle prossime settimane.
“Siamo pronti a seguire rigorosamente ogni eventuale restrizione – aggiunge il presidente dell’Ente Palio -. Con il ritorno della normalità all’interno degli ospedali, se sarà confermato, ci aspettiamo tuttavia che dal governo l’unica risposta non sia quella di starsene a casa. Dalla politica ci aspettiamo vengano trovate delle soluzioni, calibrate sulle problematiche che la situazione comporta. Ci troveremo probabilmente un po’ in difficoltà con i volontari, molti sono anziani ed è comprensibile da parte loro qualche timore in più”.
Ci si dovrà attendere, comunque, un Palio in qualche modo ridimensionato?
“Il Palio nasceva 30 anni fa semplicemente come una gara tra le contrade che spingevano il carretto in salita fino a Santa Maria in Colle – risponde Palumbo -. Rispettando i protocolli legati al mondo sportivo si potrà senz’altro fare. Per quanto riguarda il tendone gastronomico ci saranno i protocolli dedicati a bar e ristoranti. Per gli spettacoli non si sa ancora nulla, ma anche in questo caso saremo pronti ad adeguarci. Senz’altro sarà un Palio ‘magro’ come risultato economico. E’ una manifestazione che ha ogni anno un avanzo tra i 25 e i 30mila euro, e che viene utilizzato per eventuali imprevisti. Qualcosa di così grave non ci era ovviamente mai capitato. Non sappiamo quale sarà l’impatto economico sui consumi e certamente sarà importante quello relativo alle sponsorizzazioni, ma siamo nelle condizioni di poter sopportare qualsiasi situazione”.
Un Palio, dunque, dalle spalle larghe. Intanto, le contrade montebellunesi si stanno organizzando per iniziare la preparazione atletica, nel rispetto delle restrizioni vigenti. L’allenamento degli atleti è indispensabile per poter affrontare al meglio e senza rischi una competizione sportiva così dura sotto il profilo fisico. Il Palio di Montebelluna potrà essere fermato soltanto “per decreto”.
(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
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